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Certe volte dovrei leggere prima i commenti o i risvolti delle copertine, così da sapere in anticipo cosa ti aspetta. Non lo faccio mai per non avere anticipazioni sulla trama, non l'ho fatto nemmeno questa volta, e mal me ne incolse? Avessi saputo prima che era un testo teatrale (arte che non mi vede tra i suoi estimatori, per insufficiente cultura sull'argomento e una naturale inclinazione al raziocinio) o non l'avrei letto o l'avrei fatto con uno spirito diverso. Comunque, devo ammettere che, nonostante il particolare modo di scrivere, si legge con velocità (1 ora e ½ in tutto), anche se ritengo che la storia, inizialmente anche interessante con più di uno spunto (la tragedia del Vajont lasciata immaginare, la prima fidanzatina nessa incinta ecc?), venga poi portata avanti e chiusa in modo frettoloso e senza sbocchi. Ma quello che, comunque, attendo ancora che qualcuno mi spieghi e cosa c'entra "l'altro racconto" inserito al suo interno, quello della nonna e della nipote in viaggio verso l'Olanda. Speravo di capirlo alla fine, ma non ho trovato soddisfazione. Ho visto un video con una breve introduzione dell'autore, ma anche lì nemmeno un accenno alla vicenda. Che l'abbia aggiunta l'editore per allungare un po' lo striminzito numero di pagine e per giustificare l'esagerato prezzo per un libricino ino ino?
Un Davide Longo diverso da quello che conosciamo, ma ugualmente bravissimo nel "maneggiare" e dare plasticità al linguaggio. Interessante questo percorso della memoria che attraversa e continua smuovere la coscienza dell'uomo. Così come mi è piaciuta l'alternanza tra linguaggio poetico e linguaggio narrativo, che riesce a rendere molto bene il dissidio interiore tra vera (o presunta) felicità e quel senso di colpa che non riesce a svanire nonostante il trascorrere degli anni. Una piccola perla!
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