So In Love; These Foolish Things; Solitude; The Song Is Ended; They Didn’t Believe Me; How High The Moon; Gerry’s Blues; Hello; Bright Blues.
Ogni volta che riusciva a liberarsi dal “giogo” del Modern Jazz Quartet e del suo immaginifico leader John Lewis, Milt Jackson dedicata tutto se stesso alle sue due grandi passioni, ossia le ballate e il blues. Questo è esattamente quello che accadde quando nel 1956 entrò nello studio del mitico Rudy Van Gelder di Hackensack, nel New Jersey. Per quella seduta di registrazione Jackson fu lasciato libero di scegliere i musicisti che lo avrebbero accompagnato senza alcun limite di budget, un dettaglio di non poco conto, che gli permise di portare nelle tre sessioni di registrazioni diverse band di alto livello. Con Lucky Thompson al sax tenore (purtroppo in soli tre brani), Barry Galbraith, Barney Kessel o Skeeter Best alla chitarra, Oscar Pettiford o Percy Heath al contrabbasso e Kenny Clarke o Lawrence Marable alla batteria, Milt Jackson ci accompagna in un esaltante viaggio nella storia del jazz. John Lewis rimase discretamente sullo sfondo, offrendo a “Bags” (soprannome che era stato affibbiato a Milt) un gran numero di opportunità di mettersi in luce da solista. Non si fece nessuna fatica per individuare i brani da mettere in programma: una serie di pagine di Cole Porter, Irving Berlin e Jerome Kern e un lavoro dal Duke Ellington Songbook, che nel loro insieme formano una base molto gradevole, sulla quale tutti i musicisti si sono esibirsi con grande brillantezza. Tre composizioni dello stesso Milt Jackson dimostrarono che anche lui era in possesso di un notevole talento compositivo. Se non possedete questo LP – o magari nessuno di Milt Jackson – questo disco vi offre una straordinaria opportunità per rimediare a questa lacuna. Chi scrive premierebbe questa registrazione con cinque stelle su cinque! Questa straordinaria riproposizione della Speakers Corner è stata realizzata con tecnologia rigorosamente analogica, utilizzando i nastri analogici originali e un procedimento di rimasterizzazione del tutto analogico, dal master alla testina di incisione. Per finire, va sottolineato il fatto che l’etichetta tedesca ha provveduto a pagare tutte le royalty e tutti i diritti d’autore, un fatto per nulla scontato al giorno d’oggi.
Registrazione effettuata nel gennaio del 1956 a New York da Tom Dowd, nel febbraio del 1956 al Rudy Van Gelder Studio di Hackensack, New Jersey, da Rudy Van Gelder e dal producer Nesuhi Ertegun.
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