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Non il miglior romanzo di Simenon, ma si nota che l'autore è ancora giovane ed un poco acerbo. Si parte da un condannato a morte che fa una mezza rivelazione a Maigret su un delitto avvenuto anni prima e rimasto impunito. Tutto ruota intorno a una balera da due soldi che ogni fine settimana diventa il ritrovo di annoiati borghesi parigini, che con le loro famiglie vanno a divertirsi, a giocare a carte, a bere e a concedersi qualche scappatella. Il ritmo è lento e sonnacchioso, come l'estate parigina in cui il romanzo è ambientato. Comunque resta un buon romanzo.
Il Maigret che si aggira solo e disorientato in una tipica guinguette sulla Senna, luogo di divertimento e di adulterio per la piccola borghesia parigina nel fine settimana, è divertente e molto più interessante dell'intreccio poliziesco. In altre parole, si apprezza di più il giovane Simenon che già sta affinando al meglio il suo stile che l'inchiesta di Maigret in sé stessa.
Una gran bella rogna per il commissario Maigret che in una afosa Parigi affronta l'ultimo colloquio con un rapinatore condannato a morte prima di raggiungere sua moglie in Alsazia per le vacanze.Mosso dal desiderio di rivalsa, il galeotto Lenoir confesserà al corpulento interlocutore di essersi garantito anni di agio ricattando insieme al suo complice Victor un uomo che avevano sorpreso a gettare un cadavere dal canale Saint Martin e di averlo ritrovato per caso ad una festa alla balera da due soldi.La condanna era arrivata però prima che potesse ricominciare a spremerlo.Aiutato dal caso e dalla sua audacia, il commissario ricostruirà i pezzi di questo enigma che ruota intorno alla spoglia balera di Morsang e ad una donna civettuola e sensuale,la signora Feinstein.Ciò che più mi ha sorpreso è il senso di giustizia e la pragmaticità di Maigret,che ormai è ad un passo dalla verità ma sa che l'unico che potrebbe fare luce sul delitto pretende per la sua testimonianza trentamila franchi.Pur di non mettere in vendita la sua indagine, riunisce i suoi sospettati in una cella e lascia che l'assassino si smascheri.Viene fuori una realtà banale di ricatti messa in piedi per inseguire la conquista di un proprio angolino di tranquillità nella vita, davanti alla cui mediocrità il commissario non può esimersi dal sorridere.
Recensioni
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SIMENON, GEORGES, Una testa in gioco
SIMENON, GEORGES, La balera da due soldi
scheda di Bertini, M., L'Indice 1996, n. 1
I primi romanzi del commissario Maigret, risalenti agli anni trenta, hanno tra loro una certa aria di famiglia che è piacevole riscoprire man mano che procede, con le sue traduzioni singolarmente accurate, questa nuova edizione Adelphi. Si tratta di romanzi molto più movimentati e meno claustrofobici di quelli degli anni cinquanta e sessanta. Benché già dotato della corporatura ingombrante con cui entrerà nella leggenda, il Maigret degli esordi è più dinamico e avventuroso: lo vediamo organizzare nottetempo un'evasione dal carcere della Santé, per riuscire a scagionare un innocente e a prendere in trappola il vero colpevole; lo vediamo affrontare lunghi pedinamenti e inseguimenti pieni di imprevisti. Se le inchieste degli anni cinquanta e sessanta tenderanno spesso a mettere a nudo la disperata grettezza di qualche nucleo familiare medio-borghese, pronto al delitto in difesa del proprio gruzzolo e della propria rispettabilità, le inchieste degli anni trenta spaziano in un mondo più vasto, che va dagli antri maleodoranti degli usurai ai grandi alberghi di lusso, dai caffè di Montparnasse alle celle del braccio della morte. Tra colpevoli non sempre antipatici e benpensanti innocenti per caso, Maigret si aggira lento e sicuro, chiuso in una nuvola di fumo impenetrabile, alla faccia dell'odierno igienismo.
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