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Anno edizione: 2004
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“Ma il polacco dispone di una indubbia superiorità anche nei confronti degli altri popoli europei. I tedeschi sono pesanti, brutali, hanno i piedi piatti; i francesi sono piccoli, mingherlini e viziosi; i russi sono pelosi; gli italiani – bel canto. Quale consolazione dunque essere nati polacchi, niente di strano quindi se tutti ci invidiano e vorrebbero cancellarci dalla superficie della terra. Solo un polacco non provoca in noi ribrezzo.” E così gli stereotipi sui popoli si sprecano; siamo sempre i migliori: è megalomania, vanagloria o reazione a un complesso di inferiorità? Nel caso di Gombrowicz si tratta di puro sarcasmo. Traspare anche una buona dose di snobismo dalla sua scrittura; non fa sconti a nessuno e dice pane al pane e vino al vino - almeno come li intende lui 'pane e vino' - in modo netto, provocatorio, ironico, paradossale e dissacrante. Un po' mi ha ricordato il nostro Moresco. «Alla domanda se, come scrittore, intendo continuare a migliorare per lo Spirito, la Cultura, l'Arte ecc., rispondo: no, no, assolutamente no!» Ho trovato le novelle di questo scrittore visionario di indubbio talento, più interessanti nella forma e nel tono deciso che nei contenuti. È la sua opera prima (1933) da leggere, secondo me, come assaggio, per poi decidere se passare ai romanzi: in primis Cosmo e Pornografia ed eventualmente Ferdydurke.
Sarà che la vacanza non è il periodo ideale per leggere questo libro del,a detta dei critici, più rappresentativo scrittore polacco del'900, ma tranne qualche spunto nei primi due racconti e nell'ultimo io non ci ho trovato niente di geniale.Gli darò ancora una possibilità con "Ferdydurke"che pare sia il suo capolavoro.
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