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Away from her è un film particolare che mi è stato consigliato da amici. Questo, affronta una tematica davvero importante, quella dell’affrontare una malattia come l’Alzheimer non tanto dal punto di vista dei malati, ma da quello dei parenti. L’ho trovato un film che fa riflettere ed aprire gli occhi oltre che ad un film che fa emozionare. Consigliato.
"Lontano da lei" è un’analitica disamina di un’evoluzione del dolore che s’installa come una lama nel corpo stesso dei sentimenti quando nella vita irrompe il dramma della malattia incurabile. Una regia minimalista ed essenziale, un taglio mélo asciutto e dosato da un pudore mai banale. La sceneggiatura, da lei stessa scritta, deriva da un bel racconto di Alice Munro, "The Bear Came Over the Mountain" (che rimanda al verso iniziale di una filastrocca infantile) contenuto nella raccolta "Nemico, amico, amante...". Della Munro, la Polley esalta i tratti tematici che impastano impressionisticamente le tinte del paesaggio al dipanarsi dei sentimenti nell’interiorità dei personaggi, lo screziato affievolirsi di ogni passione travolgente, l’esplosivo insorgere dell’attrazione sessuale come metafora concreta di vitalità, il sentiero infinito della memoria percorrendo il quale si può scoprire l’ombra dei gesti ed emozioni passate a meno che il suo terreno non venga invaso, come in questo caso, dai detriti fisiologici di un male irresistibile. Nel raccontare il contagioso afflato che salda i legami tra chi subisce la sofferenza e chi vi assiste partecipe, "Lontano da lei" propone una parabola struggente sul dolore e la pietà. I segni dell’Alzheimer possono ancora oggi mutare la forma di un legame, dividere fisicamente l’unità amorosa conquistata nello spazio di una vita comune: ma pur nella loro inarrestabile violenza, questi maledetti segni della marcescente fragilità del destino umano non riescono ad imporre un distacco definitivo, una dissolvenza irrimediabile. Il dolore si fa neve riflettente, materia su cui si specchia la coscienza di un affetto che, sconfiggendo il tempo, si propone come eterno, in ogni attimo congelato dalla memoria. Francesco Puma
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