La riedizione del bel libro di Gabriele Vacis Awarenes presenta al lettore una molteplicità di livelli ai quali s'intreccia il saggio introduttivo di Mirella Schino, Raccontare Grotowski. Primo livello: dieci giorni con Grotowski. Nel 1991 il maestro polacco tiene a Torino un seminario organizzato dall'Università e da Laboratorio Teatro Settimo. Ad accompagnarlo, accudirlo, dargli informazioni, attenzione e ascolto, c'è il regista di questa formazione, Gabriele Vacis. I suoi appunti restituiscono le singole frasi, le intonazioni, i gusti, le impressioni, i contenuti degli incontri seminariali, riunioni al bar e al ristorante, spostamenti per la città, brevi dialoghi, battute, silenzi. Raccontano anche la determinante presenza degli spettatori. Materiali, a prima vista, integrativi e descrittivi. Ma poi decisamente fondanti. Secondo livello: la narrazione. Nel 2002, quando esce la prima edizione, Vacis insegna letteratura e narrazione orale presso la Scuola Holden di Baricco. È uno dei fondatori del "teatro di narrazione". Il testo di Awarness risulta da queste premesse, di cui reca traccia. Esce per la Bur nella collana "Holden Maps/Scuola Holden"; individua nella narrazione un linguaggio comunicativo e trasversale; integra al racconto del seminario e ai dialoghi con Grotowski, documenti e frammenti di quella storia di Laboratorio Teatro Settimo. La presenza di Vacis come io narrante restituisce timbri e contesti alla voce del maestro. Mostra come il pensare di Grotowski agisse su interlocutori e destinatari. Il Grotowski paziente e muto testimone di training ed esercizi fa nascere pensieri, rapportandosi agli artisti che agiscono. Non è così per il Grotowski delle conferenze, dei seminari, dei colloqui, e persino della scrittura. Awareness mostra, di Grotowski, la capacità di presentare, anche a chi non ne condividesse scelte e conclusioni, un pensiero in progress che, per quanto distaccato dalla pratica dello spettacolo (interrotta nel 1970) non cessa di confondere i confini del teatrale. Paradossalmente, scrive Mirella Schino, "si sente il suono delle parole, delle lezioni di Grotowski", "forse proprio perché il protagonista è quasi più Vacis che Grotowski". Come quella dello spettacolo, anche la presentazione del pensiero si evidenza nelle reazioni dello spettatore. È stato proprio Grotowski ad insegnarcelo. La narrazione di Awareness, su cui Vacis aveva caricato come su una zattera di salvataggio le storie di Laboratorio Teatro Settimo, si rivela, infatti, in prospettiva, uno strumento di conservazione mnemonica altrettanto, se non più, efficace, dell'analisi storiografica. Conseguenza diretta dei mutamenti intervenuti al livello dell'immaginario collettivo, che sta progressivamente smarrendo la capacità di leggere il passato, distinguendovi reticoli di cause ed effetti, contrasti, sviluppi, regressioni, salti, emergenze, scoperte, dialettiche. Raccomando agli studiosi di leggere con attenzione le pagine iniziali in cui Schino ci rivolge uno sguardo lungo, tragico, preciso: "Penseranno di noi che eravamo pesci pronti ad abboccare all'amo. O terroristi mancati, o redenti, o pavidi, o chi sa cosa". Una voce salvata non basta certo a risolvere evanescenze e crisi della memoria, è comunque qualcosa in più che resta, e che fa meglio capire la centralità storiografica di Grotoski, mostrandone l'agire da persona a persona. Gerardo Guccini
Leggi di più
Leggi di meno