In forma di lettera a un figlio non nato, una donna racconta la sua infanzia e giovinezza, la storia di una solitudine e un'estraneità cosmiche. Nata da genitori russi in Germania alla fine della guerra, la protagonista cresce tra profughi e sradicati di mezza Europa in un insediamento ai margini di una città tedesca federale. Benché ammiri tutto ciò che è tedesco e non desideri altro al mondo se non integrarsi, per tutti lei è la "femmina russa" e la "zozzona". Ma la solitudine è anche fra le mura domestiche. L'unica figura protettiva, la madre, si è affogata nel fiume abbandonando la figlia adolescente a un padre-padrone dagli appetiti inequivocabili nei suoi confronti. Anche in età adulta, la ricerca delle origini produrrà un senso di estraneità. )
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