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Ne "L'avaro", Moliére si fa beffa del parsimonioso Arpagone che nutre una vera e propria ossessione per il denaro. Questa sua "passione malsana" rappresenta un problema non solo per i sottoposti (ridotti allo stremo) ma anche per i figli costretti ad una vita di stenti per non dilapidare il patrimonio paterno. Da questi presupposti si articola una commedia degli equivoci che ha dell'irresistibile!
Breve, ma intenso. Anzi: breve, ma immenso. Eh già, perché “L’Avaro” (come proprio di moltissimi testi teatrali) si snoda lungo un numero di pagine e di versi non molto lungo, ma pieno di splendore. Ritmo, risate e personaggi scolpiti con destrezza (su tutti, il celeberrimo Arpagone) regalano infatti una lettura piacevolissima e che lascia il segno: questo perché con “L’Avaro”, tra una risata e l’altra, si riflette e si medita sull’Uomo, sui suoi pregi, sui suoi difetti, sui suoi comportamenti. Eccellente.
la mia preferita delle sue commedie
Recensioni
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