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Rende finalmente giustizia alla qualità del poeta Henri Cole (1958) l'ampia antologia curata da Massimo Bacigalupo, Autoritratto con gatti, collocata meritatamente nella storica "Fenice". Nato in Giappone da padre americano e madre francese di origine armena, Cole vive per lo più negli Stati Uniti (dove insegna presso varie università), con significativi soggiorni in Italia e in Giappone, e pubblica il primo volume di poesie nel 1986. Scrive sei raccolte di versi, raccoglie importanti riconoscimenti e negli ultimi dieci anni dà alla luce le sue raccolte più mature e intense: L'uomo visibile (1998), Terra di mezzo (2003), Merlp e lupo (2007). Da queste Bacigalupo seleziona 57 testi per comporre un ritratto compiuto di un poeta importante sinora del tutto trascurato da noi.
Retroterra internazionale a parte, Cole appartiene pienamente alla tradizione poetica anglo-americana, e coltiva come modelli soprattutto Elizabeth Bishop e James Merrill, per quanto riguarda la dimensione affatto terrena dell'esistere; infatti nei testi "spesso muove da accadimenti per poi avventurarsi in terreni perturbanti e metafisici". Inoltre, nelle raccolte mature riesce a superare l'ipoteca formalista che è anche tipica di certa tradizione americana, riprendendo alla lontana il vigore visionario di Whitman e Dickinson (anche nel trattare l'omosessualità). Sulla via di una chiarezza interiore, che si materializza in una lunga serie di "autoritratti", Cole scopre quello che dichiara essere il suo metodo (tanto nella vita, quanto nella poesia): dire la verità, essere fedele all'esperienza. Dal privato al pubblico, dagli esseri umani agli animali, dai luoghi ai paesaggi, abbraccia l'esistenza senza preconcetti, con il metro dell'"impegno nella verità delle emozioni". Per questo adotta prevalentemente, con perspicuità e ironia, una formula di quattordici versi, una sorta di sonetto ma libero da costrizioni rimiche. Entro il perimetro stabile dei versi il poeta svolge l'energia di un tema con appassionante chiarezza, esprimendo una ricchezza di significati che scioglie i ricordi aggrumati, altrimenti insondabili (vedi i testi centrali che introducono le figure genitoriali: Senza figli, Mattinata chiffon, Avorio radioso, Olio e acciaio), fino a raggiungere, nell'autoanalisi del percorso esistenziale, una trasparenza insieme risentita e affettuosa.
Umilmente teso all'ascolto e al dialogo con la realtà e chi interloquisce con maggiore prontezza pare non sia l'umano, ma l'animale (gatti, cervi, orsi, api, strolaghe, mantidi religiose, megattere, foche) e il vegetale (dalle camelie alle ortiche alle mimose) Cole trova nella poesia l'inquietudine dell'apologo (esemplare il testo eponimo della raccolta) e talvolta una dimensione allegorica (come nella sequenza Apollo)capace di restituire movimenti ed epifanie della psiche. La poesia di Cole non cerca funzioni salvifiche, ma dà al lettore la possibilità di accedere al senso di una vita cangiante, in fieri, pienamente vissuta: "Anche se la porta è chiusa a chiave, sono libero. / Come in una cartina datata i miei confini stanno cambiando".
Salvatore Ritrovato
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