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Anno edizione: 2024
L’autobiografia di uno dei più grandi filosofi e intellettuali del Novecento in cui sono riflessi il senso e le contraddizioni del Novecento.
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Il libro è strutturato in modo originale: non una narrazione cronologica degli eventi della vita, per molti versi eccezionale, di Bobbio, ma una ricostruzione che si potrebbe dire "tematica". La vita di Bobbio è raccontata attraverso estratti di libri, articoli e scritti di Bobbio o dedicati a Bobbio. Il libro è piacevole e leggerlo può essere utile per conoscere la figura intellettuale e umana di Bobbio, prima di leggere altre sue opere e anche dopo, per collocarlein un percorso biografico di sicuro interesse.
Di MASSIMO FINI Che il pensiero di B., al di là della prosopopea, sia del tutto inconsistente deve essere il sotterraneo e inconfessabile sospetto anche dei suoi laudatores e allievi i quali si affannano a sottolinearne la «pulitura dello stile» e l'impeccabilità delle bibliografie che è ciò che si dice delle opere sulle quali non c'è nulla da dire. In realtà B. è stato un buon docente, un ottimo divulgatore. Ma divulgatore di che? Del pensiero illuminista che è su piazza ormai da due secoli e dal quale non c'è più nulla da spremere. La tanto lodata «linearità del pensiero di B. » non è che un riflesso della sua banalità. E' facile essere lineari quando si sta comodamente seduti su un pensiero sedimentato e consolidato. Quando ci si avventura su terreni nuovi ed inesplorati, come faceva Pisolini, che pur non ha l'investitura di filosofo ma di B. ne vale una tascata anche come pensatore, non è possibile essere lineari. B. è un illuminista, un liberal-democratico, pedissequo, acritico, ottuso a tutto ciò che è «altro», e in definitiva intollerante come sono tutti gli illuministi e i liberali. Chiaberge ricorda il professore dare in smanie di insofferenza perché uno studente aveva osato opporre al suo pensiero quello di Nietzsche. Per certi versi B. è una controfigura liberale di Lukács che liquidò più della metà del pensiero europeo degli ultimi due secoli, bollandolo come «irrazionalismo». Conformista nel pensiero, B. lo è stato anche nella vita. Non fu uno dei tredici docenti universitari che ebbero il coraggio civile di rifiutare la tessera del Fascio ma, negli anni Trenta, scrisse una lettera passabilmente abbietta per lascivia a Mussolini, salvo aderire all'antifascismo quando il Fascismo era ormai agonizzante. Anche in questo non diverso da tanti altri. Durante il ‘68 non ebbe la forza di Luigi Firpo che bollò quel movimento di violenti, di intolleranti e di sprangatori come «nuovo fascismo». Si barcamenò, come tanti altri. Un modesto Padre di una modesta Patria.
Uno dei grandi "padri" del nostro paese che racconta gli episodi salienti della sua (e in fondo anche nostra)vita. Più che un libro, un dovere civile.
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