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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2017
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(Ri)leggere Amélie è sempre un piacere, scopro ogni volta tesori di arguzia e humor incredibile. Qui a raccontare la storia è il bruttissimo, orribile Epiphane, novello Quasimodo, che si innamora dell'angelica Ethel. Ci sono tutti i temi cari ad Amélie: la bellezza, l'amore, la letteratura, il Giappone e l'immancabile champagne !
Bello e godibile come sempre, ma non tra i migliori. Il titolo mi è sembrato il meno azzeccato tra tutti quelli letti finora.
Sesto romanzo pubblicato da Amélie Nothomb ed ennesimo libro da incorniciare. Qui l'autrice è più lirica, ricorre meno al discorso diretto ed esplicita ancora meglio la sua tagliente visione del mondo e della vita. "Attentat" è in primo luogo una storia d'amore, tra Epiphane ed Ethel, ma una storia d'amore a senso unico, non ricambiata, in quanto Epiphane è di una mostruosa bruttezza, egli è l'incarnazione stessa della bruttezza, mentre Ethel è la bellezza fatta a persona. Il libro quindi ci rimanda ad un tema carissimo a Nothomb, quello della convivenza tra brutto e bello, tra male e bene. L'inno alla propria bruttezza che Epiphane rivolge a se stesso credo rappresenti il punto più alto di ciò che ho letto di Nothomb! La sofferenza patita dal personaggio nella sua infanzia si trasforma, grazie alla maestria dell'autrice, in una fortuna per lui, tale da permettergli, attraverso un sottile ragionamento filosofico, di farsi assumere in una casa di moda e di sfilare con le più belle modelle del mondo. Il suo scopo in tutto ciò...mettere in risalto, attraverso la sua bruttezza, la bellezza delle ragazze che sfilano. Il successo di Epiphane in questo ruolo è planetario, e la sua bruttezza, paradossalmente, diventa un paradigma universale per giudicare e valutare la bellezza! Il suo amore per la bella Ethel, pur essendo impossibile, lo brucia al punto tale che una notte le scrive un fax dal Giappone, dove si era recato con lo scopo di fare da giurato in un concorso di bellezza, e le confessa tutto. Ethel rimane traumatizzata dalla confessione di colui che reputava un fratello. Le ultime due pagine del libro ci forniscono l'inaspettato finale, che, come spesso succede nei libri di Nothomb, ci lascia basiti. Un altro libro geniale dell'autrice belga, un poco differente dagli altri, più cerebrale e meno incalzante, ma non per questo meno intelligente e profondo. Lo "stile Nothomb" di questi primi libri della sua produzione è ineguagliabile!!
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