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Bellissimo libro, molto attuale, in una temperie culturale che vorrebbe estendere il dominio della "ragione" anche a quegli ambiti che si pongono su un altro piano, come il mito, la religione, ecc. Scritto in modo chiaro, scorrevole e comprensibile a chiunque non abbia i neuroni arrugginiti _ qualità rara per un testo di filosofia _ Shestov evidenzia i due miti fondanti dell'occidente: quello anassimandreo, il quale vede nell'individuazione degli essenti staccatisi dal neutro essere il "peccato" per eccellenza, la cui morte costituisce la giusta punizione, il prezzo che ognuno paga con la propria morte per essersi così reso autonomo dalla cieca necessità, ed il mito genesiaco, nel quale invece il "peccato" non è l'individuazione né l'autonomia che ne consegue, voluta da Dio e da Lui definita "buona e giusta", bensì l'acquisizione di un "sapere" razionalistico che da Parmenide ad Hegel, ed io aggiungerei Severino,incatena ad un incantesimo esistenziale l'uomo il quale tuttavia lo vive come reale, in virtù del rovesciamento di prospettiva che il divisore, il "serpente" biblico, gli ha suggerito. Ciò vincolerà l'uomo all'ananke,alla necessità priva di libertà,ad un logos dalle cui leggi ferree non sarà possibile uscirne, se non col salto rischioso della fede nell'impossibile che invita a Libertà ( cfr. anche L.Pareyson, Ontologia della libertà, Einaudi ). Va sottolineato che questo discorso NULLA ha a che fare con l'odio per la ragione, bensì stigmatizza l'uso imperialistico del razionalismo, il quale inserisce l'individuo come subalterno ingranaggio di una totalità deterministica che nulla vuol saperne di lui. Ad un uomo così ridotto, altro non resta che la sottomissione all'inevitabile, all'oblio della libertà, una vita stoica alla quale non è concesso di sperare in alcuna redenzione ma soltanto di SOPPORTARE. Quindi, in questo testo si dà l'equazione di Verità come Libertà dalla verità del razionalismo ottundente. Da leggere assolutamente.
Il linguaggio è farraginoso e ripetitivo, ma la sostanza c'è, sulla scia di Kierkegaard e Lutero Sestov contrappone la filosofia "aristotelica" imperneata sul principio di contradizzione alla filosofia della libertà ed all'assoluta libertà di Dio... Rielabora concetti gia ampliamente esposti nelle opere precedenti
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