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Ritrovare il giardino e la sua ricorrenza nella storia dell'estetica cinematografica, secondo il progetto di Laura Falqui (studiosa di arti visive, cinema e teatro) e Raffaele Milani (docente di estetica all'Università di Bologna, fra i principali studiosi di estetica del paesaggio e del giardino), significa fare i conti con l'immagine di una natura modellata dall'individuo attraverso la tecnica: l'immagine, per dirla con un maestro dell'estetica del giardino come Rosario Assunto, di un'"esteticità raccolta" il cui significato è legato indissolubilmente alla cultura, alla storia, alla scienza. Il nucleo propriamente filosofico della questione risiede, come sottolineano gli autori in apertura, nell'individuazione del "giardino" come spazio metaforico non solo per la realizzazione del disegno registico in generale, ma anche allo scopo di "considerare l'insieme delle componenti visive e narrative" del film, tenendo nel debito conto elementi abitualmente considerati come "non essenziali", e nondimeno meritevoli di una debita contestualizzazione concettuale. Quando la macchina da presa si insinua nei segreti del giardino, questo va inteso così non solo come cornice, ma come particolarissimo "testimone" delle azioni e delle presenze umane che in esso si muovono e agiscono. Il lavoro che la cinepresa compie nel giardino si potrà così paragonare con le suggestive parole che Kurosawa mette in bocca a Van Gogh in Sogni (1990) a un quadro che "la natura dipinge per me": in questo modo è il cinema a spingersi al di là della semplice descrizione per mettere in questione il rapporto natura-cultura, per così dire, dall'interno. Alla premessa generale sul "giardino metaforico" il volume, in un percorso che si snoda attraverso un materiale davvero imponente, fa seguire tre parti, dedicate alla cura del giardino, al parco e ai luoghi fantastici, immaginari, incantati. Un registro sistematico della filmografia che ha fatto storicamente riferimento, in modo più o meno esplicito, al tema del giardino in una prospettiva estetico-simbolica costituisce infine l'appendice del volume: strumento che si rivela così utilissimo per affiancare alla lettura del testo un suo utilizzo specifico in riferimento a singoli aspetti teorici della questione o a determinati titoli, anche tutt'altro che recenti. Gianluca Garelli
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