Le popolazioni che abitarono l'arco alpino durante il Neolitico, le età del Rame, del Bronzo e del Ferro e oltre ci hanno lasciato una imperitura testimonianza della loro esistenza e del nostro passato. Le strutture in pietra da loro prodotte furono edificate sia per ragioni utilitaristiche, di riparo, difensive, ma anche con motivazioni religiose e di culto. In tutti i casi lo studio accurato, condotto con le più moderne tecniche di rilevamento e di georeferenziazione, ha mostrato che l'osservazione del cielo e la conoscenza dei cicli astronomici fondamentali mostrati dal sole, dalla luna e dalle stelle, condizionarono in maniera molto determinante sia il modo di disporre le pietre sia l'orientazione delle strutture che ne derivarono, rispetto alle direzioni astronomiche fondamentali. Il cielo visibile in quelle epoche remote, dalle nostre montagne, era un po' diverso da quello che noi oggi possiamo ammirare, in quanto tra i cicli che regolano il moto apparente degli astri ne esistono alcuni che - nei secoli e nei millenni - sono capaci di modificare in maniera rilevante le posizioni delle stelle visibili nel cielo. In modo che determinate costellazioni che allora erano visibili ora non lo sono più, e viceversa altre, che allora non salivano mai al di sopra dell'orizzonte naturale locale, ora possono essere facilmente osservate. Il calcolo astronomico, condotto con i più moderni metodi di calcolo, ha permesso di ricostruire accuratamente sia il cielo visibile durante quelle antiche epoche sia le condizioni di visibilità e hanno permesso, insieme alle misure eseguite sul campo, di rendersi conto di cosa vedevano, osservavano e calcolavano i nostri progenitori alpini, i quali anche se dotati di minor tecnologia rispetto a noi uomini moderni non erano da meno dal punto di vista delle capacità intellettuali. Un altro aspetto molto importante è relativo all'uso rituale e simbolico che le antiche popolazioni alpine fecero delle osservazioni astronomiche: se da un lato esse servirono per gestire la vita agricola, pastorale, sociale e religiosa, finalizzate al benessere quotidiano della comunità, dall'altro la conoscenza del cielo e dei suoi fenomeni permise lo sviluppo dei calendari, taluni molto sofisticati ed efficienti, e lo sviluppo di una cosmologia destinata a rendere conto della struttura e del significato ultimo dell'universo, così come era concepito da queste antiche popolazioni. Anche a quel tempo, come ora, l'uomo era in cerca di risposte in relazione alla sua origine al suo destino e al mondo che lo circondava e la conoscenza del cielo e dei suoi fenomeni contribuì in modo fondamentale a esse. Questo libro descrive i risultati più recenti ottenuti dallo studio archeologico, storico e astronomico delle antiche popolazioni alpine e dei reperti che ci hanno lasciato e fornisce risposte inedite a molti quesiti che fino a ora erano rimasti senza un'adeguata spiegazione.
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