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Quello di Melizzi risulta un testo molto interessante, in particolar modo per chi è appassionato di cinema ed un attento osservatore. È, inoltre, molto scorrevole e stimolante poiché spiega vari aspetti dell’impostazione delle storie raccontate nei tre film. Durante la lettura del libro il lettore riesce a cogliere in modo approfondito l’utilità del silenzio che, paradossalmente, scopre essere la modalità più profonda con la quale comunicare. Come lo definisce l’autore stesso, questo elemento viene studiato come un vero e proprio ‘oggetto’ ma mi sento in disaccordo con la sua descrizione. A mio parere, infatti, più che ‘oggetto’, il silenzio arriva addirittura a ricoprire il ruolo di ‘soggetto’ poiché rende maggiormente le relazioni tra i personaggi e i loro sentimenti più nascosti. Infatti, proprio come asserisce Moravia, un amico di Pasolini, “I silenzi sono la forza del film e le parole la debolezza”.
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