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Costruito su una polifonia di voci e prospettive, Assedio preventivo offre un ritratto acuto e implacabile della Germania postbellica, e una riflessione illuminante su temi come il potere, i media, la libertà.
Colonia, anni Settanta del Novecento. Fritz Tolm, ex storico dell'arte diventato editore, viene eletto a capo di una non meglio precisata associazione, un centro di potere composto da banchieri, industriali, magnati dei media. Da quel momento Tolm vive circondato da un'impressionante – e opprimente – rete di sicurezza, sotto continua sorveglianza e in un clima di terrore, che agisce in profondità anche nelle vite della moglie e dei figli. Costruito su una polifonia di voci e prospettive, Assedio preventivo offre un ritratto acuto e implacabile della Germania postbellica, e una riflessione illuminante su temi come il potere, i media, la libertà.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Come scrive Böll, dopo "Opinioni di un clown" anche con questo dimostra una immensa capacità di coinvolgere intensamente il lettore nella vita dei tanti personaggi con la sua straordinaria scrittura e con il suo stile. Una famiglia, tanti argomenti, molti approfondimenti, tutto descritto con una raffica di parole; per il momento ne ho letti solo due ma il rapporto continuerà, Böll, a mio parere, tra i grandi del novecento. Voglio segnalare un passaggio, un'immagine che mi ha personalmente colpito e che sottolinea la bellezza nei particolari della sua scrittura, pur in un contesto non comune "Kit con il suo sacchetto pieno di noci e castagne, Sabine con la piccola valigia, e il giovane poliziotto con le bambole di Kit, due, le aveva prese per le gambe, strette insieme, e i vestiti ricadevano sulla loro testa, lasciavano intravedere la biancheria..."
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