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Preso per l'ambientazione. Sono appassionato della città di Madrid. Ebbene sì mi è piaciuto.
Può spesso sembrare musica per disillusi una pagina di Montalban, il divorante squarcio di una realtà di male che abbranca senza tregua ogni cosa che le è attorno. Non è così. Quando affiorano dolcezze, malinconie, piccoli momentanei respiri ironici nella violenza che pure procede, ecco l'umano nelle sue ferite quasi intonare un canto di pause liete, una riflessione che apre mezzo sorriso, un segno che allontana e infrange in positivo il corso già deciso delle cose. Carvalho sa che deve pur spezzarla quella linea storta che lacera i giorni, e può farlo inventandosi una ricetta, leggendo all'ombra di un terrazzo, o anche solo sospirando nei suoi ghigni e nel suo disincanto innato, doti non scarse in un quadro che dispensa sangue, dolore, mistero, e tanta violenza. Qui abitiamo la stringata bellezza di alcuni racconti, precisi nel loro colpo al cuore del lettore, tristi e come segretamente alati, mossi appunto da quella smorfia unica che il protagonista sa regalare. E lo fa ad esempio sussurrandoci questo: "Ogni uomo si merita cinque minuti di sogni ad occhi aperti, di sentirsi a proprio agio con se stesso". Basta sfogliare a caso, uscirà di tutto: politici senza morale, trafficanti, puttane, lo sporco in ogni declinazione e il senso perduto della vita. Ma l'appetito non manca, la stramba follia di un seme impazzito non fa cadere tutto dalla parte del male, nonostante le miserie e le doppie consuete morali che via via le pagine offrono odiosamente alla lettura. Consiglio soprattutto il racconto del sociologo, mestiere fra i più inutili e penosi di questa terra. Che cos'è un sociologo? Un miserabile figlio della statistica che commenta il già saputo. Qui al meglio della sua grettezza saprà scoprire nel suo vuoto totale non poca gioia. Insomma, "se qualcuno parla schizzi e schizzi sporcano assai più che una pelliccia di visone". E' così: nel ventre del malvagio c'è la chiarezza del suo opposto, una sorta di poesia del gesto che azzittisce il nero della vita.
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