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Anno edizione: 2017
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La scrittrice poetessa francese Berthe-Corinne Le Barillier, conosciuta con lo pseudonimo Jean Bertheroy, dedica questo smilzo libretto ad Aspasia e Frine le più celebri etere dell’antica Grecia. Aspasia, nata a Mileto, fu amante e compagna del politico ateniese Pericle, date le sue capacità oratorie, la sua intelligenza e preparazione filosofica fu stimata da Socrate, che diceva di aver imparato da Lei l’arte dell’oratoria, e la sua casa divenne un rinomato ed importante centro intellettuale al punto da attrarre i più noti scrittori e pensatori. Essa è menzionata negli scritti di Platone, Aristofane, Senofonte. La trasformazione dell’Acropoli da luogo arido e quasi deserto, allo splendore imperituro dato dal Partenone, dall’Eretteo, dai Propilei, fu affidata a Fidia dietro suo consiglio. Se Aspasia fu consigliera, con una grande influenza su Pericle, nonché ispiratrice delle donne della sua epoca, Frine, originaria di Tespie, in Beozia è ricordata soprattutto per la sua bellezza. Una bellezza assoluta, naturale, che non necessitava di trucchi, usati e abusati dalle etere dell’epoca, tanto da essere utilizzata come modella da Prassitele per la realizzazione della famosa Afrodite cnidia Entrambe furono processate per empietà un crimine che comportava la pena capitale. Entrambe avevano acquistato un enorme potere ad Atene e si erano fatti nemici tra i cittadini più tradizionalisti, oltre che tra gli avversari degli uomini che frequentavano. Entrambe furono prosciolte. Frine venne assolta dopo che l'oratore Iperide, uno dei più famosi oratori dell'antichità, la denudò davanti ai suoi giudici, per convincerli della sua innocenza, dato che la bellezza non poteva essere colpevole.
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