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L'arte del dubbio è una opera in cui Carofiglio descrive una cross examimation in maniera molto dettagliata. È un libro che non consiglio a tutti, ma solo a chi è del settore. Può essere letto da studenti di giurisprudenza mentre preparano procedura penale perchè è molto tecnico e in alcuni passaggi può risultare pesante.
Se non siete avvocati, lasciate perdere. Praticamente, è un trattato su come si fa un interrogatorio in un giudizio penale. Tecniche di cross-examination. Certo, tra le righe si leggono delle storie, quelle dei testimoni e delle vicende penali. Poca cosa, però, per chi cerca una storia vera e propria. Per gli addetti ai lavori rappresenta un testo fondamentale, perché spiega alcune tecniche con l'approccio piacevole e accattivante del narratore.
Il libro ha per tema le tecniche usate in un dibattimento penale oppure quelle su come si deve interrogare un testimone o un presunto colpevole. Diciamo che di per sé questo libro è propedeutico per la lettura di altri libri di Carofiglio.
Recensioni
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Già pubblicato anni fa per un'altra casa editrice, in origine questo libro non era altro che un manuale di tecnica del controesame giudiziario. Attraverso l'utilizzo di casi realmente accaduti, Carofiglio descriveva minuziosamente le varie fattispecie di interrogatorio e i metodi che potevano essere utilizzati per verificare l'attendibilità e la veridicità delle dichiarazioni rilasciate dai testimoni.
Un manuale tecnico professionale, dunque, che però, stranamente, riscosse un successo clamoroso incontrando il favore anche dei non addetti ai lavori. Il motivo, per chi abbia apprezzato in questi anni la prosa di Carofiglio, è facilmente intuibile. Uno stile asciutto, diretto, lontano dalla prosopopea tipica di molti testi giuridici, una grande chiarezza di linguaggio, scevro dal vocabolario "burocratese" che imperversa nella aule universitarie e giudiziarie, ma soprattutto un argomento estremamente interessante.
"Per capire che una risposta è sbagliata non occorre un'intelligenza eccezionale, ma per capire che è sbagliata una domanda ci vuole una mente creativa". Nelle prime pagine di questo libro, Gianrico Carofiglio cita una massima che poi si rivelerà la chiave di lettura di tutta la sua opera. Una mente creativa è lo scrittore che immaginando descrive e coinvolge, ma altrettanto creativa è la mente dell'avvocato che accompagna un teste reticente, confuso, prevenuto o semplicemente bugiardo, ad allinearsi alla tesi difensiva o all'impianto accusatorio.Le recita teatrale del processo, che si celebra come se fosse una funzione religiosa e che si svolge attraverso uno scambio continuo di informazioni interpersonali, vede il Pubblico Ministero nei panni del direttore d'orchestra, in grado di influenzare il convincimento del giudice e della giuria, e l'avvocato difensore come l'elemento portatore del dubbio, che interviene e si insinua nella mente dei soggetti giudicanti per stravolgere quel convincimento.
La particolarità di queste pagine, "bonificate" dalle parti più squisitamente tecniche e adattate al nuovo codice di procedura penale da poco in vigore, sta proprio nel rivelare il sottilissimo gioco psicologico che sta alla base dell'interazione tra avvocato, giudice e teste. Un triangolo in cui tutti sono in grado di influenzarsi a vicenda, non solo attraverso le dichiarazioni orali rilasciate, o gli altri momenti di interazione dibattimentale, ma soprattutto attraverso il linguaggio dei gesti, l'atteggiamento mentale, i feedback che ogni individuo rimanda inconsapevolmente e che l'avvocato deve saper cogliere.
La mente creativa sarà allora quella in grado di utilizzare i messaggi impercettibili del teste per insinuare il dubbio nel giudice. Un'arte che presuppone un intuito spiccato per i meccanismi dell'animo umano, l'abilità propria di chi è in grado di osservare e scandagliare le diverse personalità che si immolano sull'altare della giustizia. La verità, nella recita processuale, non è che un espediente. Il processo è un duello tra esseri che tentano di far prevalere una verità su un'altra e Gianrico Carofiglio, in queste pagine, traccia e descrive il percorso altalenante attraverso cui la verità si forma e si concretizza nell'atto giuridico, nella sentenza.
Un libro che svela l'arte di un magistrato-scrittore, la sua attività di scandagliatore di animi umani - all'interno delle aule giudiziarie - e di creatore di vite - lungo le pagine bianche dei suoi straordinari romanzi.
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