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Un bel film, un film da vedere, opera di un regista che forse andrebbe apprezzato e ricordato più di quanto non si faccia. Purtoppo Soldini ha il demerito, in una società come la nostra, di essere una persona seria e di non andare in televisione un giorno sì e l'altro pure. Il film, che è costruito su una sceneggiatura che funziona quasi alla perfezione (forse la vincita alla lotteria è l'unico elemento che stona), ci presenta l'incrociarsi di personaggi alla ricerca di un senso da dare ad una vita che sembra non averne. Sono sostanzialmente dei perdenti che vivono con fatica la loro condizione senza riuscire ad uscirne veramente. Tutto è raccontato con sobrietà,com'è tipico di Soldini (di lui si ricordino almeno altre tre pellicole: Le acrobate, Pane e tulipani, Giorni e nuvole), senza soprassalti, con toni quasi cechoviani. Il titolo, molto bello, è ovviamente ironico.
Era ora che uscisse in dvd ! un film minimalista ma piacevole. Protagonista la città e la mancanza di comunicazione . Queste storie che si intersecano con l'unico fil rouge dell'agendina smarrita ma in cui ognuno è e rimarrà rigorosamente solo ben si addicono a rappresentare questo nostro clima metropolitano da single smarriti . Uno dei cooprotagonisti che guarda in una stanza buia solo illuminata dal riverbero della tv le "cassette videoregistrate del tennis" ( riuscite a trovare qualcosa di più inguardabile ? ) è un "quadro" di tragica solitudine. Bello. Ve lo consiglio.
Sull'onda del graaaande successo delle commediole, ecco il Soldini prima maniera. Primo lungometraggio, alle spalle aveva diversi corti e medi. Girati tra l'Italia e gli USA 'Ha studiato il ragazzo', alla fotografia il fido 'Ma infedele' Luca Bigazzi. Che dire il cielo sopra Lambrate, il Wenders del Giambellino, manca il coatto di Baggio e saremmo a posto. Il film è bello, la sceneggiatura non esiste, trattandosi di un chiaro ricalco del primo Wenders. Le capacità c'erano eccome, Milano prima di tangentopoli, la Milano da bere, intasata, incasinata, un cantiere perennemete aperto, non è cambiata molto in 20 anni. Ho potuto assistere a diverse riprese, lungo i Navigli, Bentivoglio con cappellino sotto 40 gradi all'ombra. Le quattro storie si intrecciano, li ardori, i sogni giovanili si spengono. Ma ripeto è la città il vero protagonista del film, le corse in auto diurne, notturne 'Alcuni accenni ad Antonioni naturalmente'. Arrivera in seguito 'Un'anima divisa in due' film di transizione, grande Fabrizio Bentivoglio, uno spione al supermecato, poi il flop finale Le acrobate. Film al femminile, con Maglietta e Golino. Noiosissimo, in tre film il nostro Silvio, era diventato oltre che sterile, il fratello del noto velista. Poi arrivarono i tulipani, la commediucola nella quale tutti i mediocri, bolliti, incapaci finiscono per rifugiarsi , ed arrivò anche la notorietà. Il risvolto economico è sempre stato relativo, trattasi di una delle famiglie più ricche di Milano.
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