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«Elizabeth Brundage riesce nel sapiente dosaggio dei colpi di scena che scandiscono un ritmo avvincente». - Silvana Mazzocchi, La Repubblica
«L’apparenza delle cose si trasforma in uno stupendo noir letterario, colmo di suggestioni e delicatezza». - Piero Soria, La Stampa
«Elizabeth Brundage tratteggia un paesaggio umano di rarissima precisione, in cui la vita è una trappola o una farsa, in bilico tra il paradiso e l’inferno». - Fabrizio d’Esposito, Il Fatto Quotidiano
«Un matrimonio, un sociopatico, una famiglia distrutta, le cose che facciamo per amore... La Brundage è bravissima nel togliere uno a uno gli strati dell’emozione che definisce ogni rapporto». - The New York Times Book Review
Un tardo pomeriggio d'inverno nello stato di New York, George Clare torna a casa e trova la moglie assassinata e la figlia di tre anni sola - da quante ore? - in camera sua. Da poco ha accettato un posto di insegnante di Storia dell'arte in un college locale, e si è trasferito con la famiglia in una fattoria che le voci di paese vogliono «stregata»: pochi anni prima, è stata al centro di un altro fatto di sangue, la morte di una coppia di agricoltori, che ha lasciato tre figli adolescenti. George diventa subito il sospettato numero uno, e mentre i suoi genitori tentano di salvarlo dalle accuse, e lo sceriffo cerca prove di colpevolezza, la cittadina opta per un intervento soprannaturale, che sembra confermato da strane apparizioni di oggetti e improvvise, gelide folate di vento. I tre ragazzi orfani si ritrovano presto invischiati nel mistero, visto che l'omicidio è avvenuto in quella che era la loro vecchia casa d'infanzia. In questo appassionante noir ricco di riferimenti artistici e filosofici, seguiamo la storia di due famiglie, l'intreccio delle loro vite, il ritratto complesso di un matrimonio, e uno studio delle ferite che segnano un'intera comunità. Elizabeth Brundage ci regala un romanzo dai tocchi gotici. Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film Netflix (2021) con Amanda Seyfried, candidata al Golden Globe e all'Oscar per Mank, e F. Murray Abraham, premio Oscar per l'interpretazione di Salieri in Amadeus.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Credo una mano mi basti e mi avanzi per contare le volte che ho interrotto un libro o che sono saltata direttamente alla fine. Questa è una di quelle poche volte
Sebbene sia un libro con una trama potenzialmente molto interessante, non riesco a dargli più di 3 stelle. L'ho letto in una settimana, anche se è piuttosto "pesante", perchè c'è una parte di noir, di mistero, che ti spinge a proseguire. Tuttavia lo stile non è affatto fluido, non ci sono mai dialoghi, o meglio, ci sono, ma sono resi senza due trattini o virgolette che sia, tutto un pacco unico dove alle volte non si capisce chi domanda e chi risponde. I tratti dei personaggi sono molto ben delineati, ci sono tratti descrittivi poetici, ma è come se la trama, per quando interessante, non riuscisse a decollare, mi sono sentita come "impantanata" in un testo pesante, asfittico, buio... forse era proprio questa la sensazione che l'autrice voleva dare scrivendo della tetra fattoria e dei personaggi disturbati che l'hanno abitata. Ma ad un certo punto non vedevo l'ora di terminare la lettura. il finale, per me, è stato deludente.
Pesantissimo, un macigno. Ottime le analisi psicologiche dei personaggi e intriganti le parti che riguardano più propriamente la ghost story di fondo, ma troppo prolisso. In pratica è la storia di decine di abusi fisici e psicologici consumati ai danni delle donne che compaiono lungo tutta la narrazione. Abusi di qua, abusi di là. La fiera dell'abuso. E le donne del libro, perdonatemi la franchezza, sono davvero stupide. Un attimo prima, hai l'impressione che ce la faranno, che questa sarà la volta buona che porterà a una svolta nella trama; un attimo dopo, eccole impantanate come prima, incapaci di cambiare qualcosa perché hanno commesso l'ennesima, imperdonabile sciocchezza. Nella vita reale, sarebbero morte dopo dieci paginette. Sono arrivata quasi alla fine, mi mancavano meno di novanta pagine. All'ennesima idiozia, però, ho chiuso il libro e mi sono messa a dormire. Peccato, perché ormai mancava davvero poco, ma non ce la facevo più a proseguire. La Brundage sembra voglia crogiolarsi in un crescendo di violenza psicologica (soprattutto), che non porta mai a una vera svolta nella trama. La storia, davvero interessante nelle sue linee generali, risulta stagnante, praticamente fine a sé stessa.
Recensioni
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