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Libro vincitore del Premio Mastercard Letteratura – Esordienti 2023
«Lei è stata la dismisura in tutto, ma la vita è anche mancare qualcosa, non riuscire in qualcosa, non colmare la misura fino all'orlo».
Annalena Tonelli, capelli al vento, sfreccia in bicicletta all'alba per le strade di Forlí: corre dai bisognosi, dagli ultimi. Lo farà per tutta la vita. Fino a fondare una missione in Africa, a rinunciare a tutto, fino a venire uccisa perché donna, bianca, senza un uomo a fianco, e senza paura. Annalena Benini la conosce da sempre questa storia, fa parte della sua famiglia. Ma adesso qualcosa è successo e quel nome identico al suo la insegue come una domanda, come un pungolo: può arrivare a capire tutto di quella donna cosí estrema, libera, coraggiosa? C'è un mistero che resta.
Un viaggio personalissimo e profondo dentro il cuore della forza femminile, tra dedizione e potere, grandezza e senso del limite, talento e vocazione.
Due donne con lo stesso nome, due vite lontanissime. Annalena Tonelli aspira all’assoluto, Annalena Benini davanti all’assoluto vacilla. Come tutti noi. Ma con sguardo disincantato, estremamente contemporaneo, si confronta con quella figura magnetica e schiva che incarna la fragilità e la potenza di tutte le donne, e che di continuo le dice: e tu? Da una polmonite anche un po’ comica fino alla scelta piú estrema: in entrambi i casi si tratta di scosse. Annalena Tonelli è una ragazza degli anni Sessanta col futuro in mano: bella, il pensiero affilato e veloce, la prima fra gli amici a ballare il twist, borse di studio a Boston e New York, poi la laurea in Giurisprudenza. Ma a diciannove anni ha già incontrato la sua vocazione, «perché non è possibile amare i poveri, senza desiderare di essere come loro». Cosí allena il suo corpo a dormire quattro ore per notte, a vivere di pochissimo, elimina per sempre la vanità dalla sua vita. Non vuole che nessuno si innamori di lei, perché lei arde già di amore per gli ultimi della Terra. E questo sentimento bruciante la spinge lontano da Forlí, a coltivare il fiore dell’umanità nei deserti piú aridi. Illuminata dall’amore per Dio e dall’umanesimo di Simone Weil, Etty Hillesum, Virginia Woolf: esprime il massimo della libertà nel massimo dell’umiltà. Annalena Tonelli ha esercitato, con la vita e con gli scritti, un pensiero altissimo e dirompente, con il quale Annalena Benini si confronta e si scontra. Questo libro è un viaggio moderno e accidentato, ricco di domande e confessioni, nel tentativo di guardare, dal basso, con piena coscienza dei propri limiti, e non senza autoironia, la scala che sale fino all’assoluto. Arrivando alla scoperta entusiasmante e complessa che il pensiero piú libero e coraggioso del Novecento è un pensiero femminile.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Bellissima scrittura ma il libro l ho trovato ripetitivo. La trama può essere sintetizzata in due pagine. Interesssnte la storia di annalena che non conoscevo ma resta a mio avviso scarno e prolisso
Uno dei miei incontri fondamentali ha aperto una finestrella e contribuito a cambiare una direzione di vita che era più dovuta che desiderata. Annalena Benini racconta una storia che tutti dovremmo conoscere, racconta un’anima che tutti dovremmo avere. Agli incontri fondamentali, evviva la fortuna!
Non conoscevo la storia di Annalena Tonelli, sua cugina di terzo grado. Non si sono mai conosciute, ma le lettere di Annalena Tonelli dalla Somalia hanno riportato Annalena Benini a vivere, prima fuori dall'ospedale, in seguito a una polmonite interstiziale, poi a casa, dove per molto tempo è stata chiusa, per riprendersi, per ricominciare a stare nel mondo dei vivi. Le lettere scritte da sua cugina dalla Somalia sono la testimonianza di una donna che fin da giovanissima ha sentito la scossa, la chiamata ad occuparsi degli altri, degli ultimi, fino ad abbracciarli tutti, uno ad uno là dove loro stavano, che fosse Somalia o Kenya, o America. Annalena Tonelli venne uccisa nel 2003 in Somalia, fuori da uno degli ultimi ospedali che aveva fatto costruire, e forse perché aveva fatto cose grandi: aprire ospedali, curare i malati di aids e tubercolosi, istruire i bambini, convincere le madri a non cedere all'abominio dell'infibulazione delle proprie figlie. Parlava con tutti e cercava di avere quanto più possibile per quelle persone che non avevano niente. Non provava interesse per la vita nella su Forlì, dove era tornata poco prima di morire, per visitare l'anziana madre. La vita "moderna " e agiata non le interessava, lei voleva liberarsi di tutto per poter aiutare con tutta se stessa. E così, raccontando di sua cugina, Annalena Benini ci racconta anche un po' di sé, della sua scossa, che è stata indubbiamente la scrittura, e che forse l'ha tirata fuori da quell'ospedale, dalla polmonite e l'ha riportata a vivere. Un libro che è stato una bella scoperta, perché non conoscevo la storia della Madre Teresa della Somalia, così chiamavano Annalena Tonelli. Una sua carissima amica, molto vicina a lei anche in Somalia, aveva detto ad Annalena Benini di non scrivere di sua cugina, perché lei voleva stare in disparte, voleva essere nessuno.
Recensioni
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