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«Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice lo è a modo proprio.»
«Qual è il vero peccato di Anna, quello che non si può perdonare e che la fa consegnare alla vendetta divina? È la sua prorompente vitalità, che cogliamo in lei fin dal primo momento, da quando è appena scesa dal treno di Pietroburgo, il suo bisogno d'amore, che è anche inevitabilmente repressa sensualità; è questo il suo vero, imperdonabile peccato. Una scoperta allusione alla sotterranea presenza nel suo inconscio della propria colpevolezza è il sogno, minaccioso come un incubo che ritorna spesso nel sonno o nelle veglie angosciose, del vecchio contadino che rovista in un sacco borbottando, con l'erre moscia, certe sconnesse parole in francese: Il faut le battre le fer, le broyer, le pétrir [...]. Il ferro che il vecchio contadino vuole battere, frantumare, lavorare, cioè distruggere, è la stessa vitalità, il desiderio sessuale, l'amore colpevole e scandaloso di Anna; e così essa lo sente e lo intende come la colpa che la condanna. Ed è l'immagine minacciosa di quel brutale contadino, conservatasi indelebilmente nella sua memoria, che le riappare davanti e la terrorizza alla vista di quell'altro vecchio contadino, un qualsiasi frenatore, che passa sul marciapiede sotto il suo finestrino curvandosi a controllare qualcosa; ed è quel vecchio a farle improvvisamente comprendere cosa deve fare: distruggere quella vitalità, e cioè distruggere se stessa per espiare la sua colpa.» (Dalla Postfazione di Gianlorenzo Pacini)
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E molto interessante lo consiglio vivamente
Quando ci si accinge a leggere un mattone delle dimensioni di Anna Karenina bisogna affrontare la sfida con molta pazienza e tenendo presente che gli autori russi hanno la tendenza a divagare e arricchire la narrazione con minuziosi particolari e riflessioni personali su argomenti che stanno loro a cuore (e che storicamente sono ancora molto interessanti, seppur non più attuali). I personaggi di questo romanzo, così come lo stile di Tolstoj, mi hanno catturata e resteranno con me per molto tempo. Forse le note alla fine del libro avrebbero dovuto essere più esaustive (soprattutto per chi la storia della Russia non l'ha studiata) e non citare meramente un nome o un fatto senza contestualizzarli. E la postfazione avrebbe potuto concentrarsi maggiormente sul testo in sé rispetto alla vita dell'autore. Generalmente per l'acquisto di classici russi vado sulla Bur, sempre molto curata come edizione.
Lettura consigliata, anzi direi obbligatoria. Tutti dovrebbero conoscere le avventure di Anna, i suoi sogni, i suoi dubbi, le sue debolezze, i suoi desideri e le sue incongruenze. Che la si ami o la si critichi (appartengo al secondo gruppo), la sua storia regala da 150 anni uno spaccato di vita che resta attuale, nonostante siano da tempo conclusi i fasti dell'aristocrazia russa ottocentesca. Anna e il folto gruppo di personaggi, come sempre sapientemente descritti da un grande autore come Tolstoj, ci trasportano in un viaggio che resterà con noi anche a lettura ultimata e che ci tornerà sempre alla mente quando discorreremo della vita, dolce e amara, e delle scelte.
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