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Anime creative. Da Prometeo a Steve Jobs
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Anime creative. Da Prometeo a Steve Jobs - Paolo Perulli - copertina
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Anime creative. Da Prometeo a Steve Jobs

Descrizione


Chi sono i creativi nell'epoca della conoscenza? Un viaggio nel tempo e nello spazio per capire come la creatività ha dato forma al mondo. Chi sono i creativi oggi, da dove vengono? Questo libro li colloca in una precisa genealogia: sono gli eredi di Prometeo e Faust, dell'uomo creatore di Nietzsche e dell'imprenditore innovativo di Schumpeter, delle avanguardie europee novecentesche e della grande migrazione in America, fino ai tecnologi visionari della Silicon Valley. In epoca recente, siamo rapidamente passati dall'uomo creatore, che inventa opere d'arte e d'ingegno singolari e risponde solo a sé stesso, alla classe creativa, che innova disegnando prodotti per i mercati da cui noi tutti dipendiamo. I creativi non sono una categoria privilegiata, piuttosto sono portatori di una condizione dello spirito che produce effetti universali e può dare speranza al mondo. Tuttavia, oggi non sanno di appartenere a tale tradizione e mancano di un canone. Come evitare che questa massima diffusione della creatività si trasformi in banalità, in serialità, nel vuoto creativo?
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Dettagli

2024
1 marzo 2024
224 p., Brossura
9788815388704

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Livia Artuffo
Recensioni: 5/5
Piacevolissimo. Da meditare

Molto scorrevole e piacevolissimo, il saggio di Paolo Perulli è un’opera molto meditata, che fa molto meditare. E fa venir voglia di (ri)leggere una marea di autori, di (ri)contemplare, (ri)ascoltare, (ri)visitare i frutti della creatività dei Giganti sulle cui spalle poggia il pensiero contemporaneo. Alcuni punti fermi: 1. la creatività – che è salto del pensiero, discontinuità, rottura della norma – sgorga da una condizione soggettiva di estraneità rispetto al presente e si alimenta di relazioni (tra individui, mondi, discipline differenti). L’esempio storicamente più eclatante è quello della grande migrazione di intellettuali europei che attraversarono l’oceano per sfuggire al nazismo. 2. Innestata nella società del successo, la creatività veicolata da quella generazione di geniali transfughi europei si è incontrata con il mercato: l’attuale “classe” dei creativi – versione massificata, parcellizzata e proletarizzata del solitario creatore di conoscenza innovativa del passato – nasce da questo incontro. 3. La città è l’incubatore della creatività: Firenze nel Quattro-Cinquecento, Parigi a cavallo tra Ottocento e Novecento, New York dagli anni Trenta, ultima San Francisco, dove esplode la rivoluzione digitale che dà alla creatività un orizzonte globale (Nel saggio seguiamo il passaggio di testimone tra questi centri in un mosaico di avventure individuali). Gli interrogativi dell’oggi riguardano il rapporto tra creativi e potere, tecnologia e ambiente, in un mondo segnato da crisi ecologica, diseguaglianza e banalizzazione crescenti. “La creazione artistica – scrive Perulli – è una forma di resistenza alla miseria simbolica, all’annientamento prodotto dagli automatismi. Saprà reincantare il mondo?”. La speranza viene, ancora una volta, dai luoghi dell’estraneità rispetto al modello dominante: è l’“immensa sconosciuta creatività dei Sud del mondo”. Gli antidoti al tracollo ecologico, politico e valoriale del nostro presente verranno dall’umanità che soffre?

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Paolo Perulli

Sociologo dell'economia, ha insegnato nelle Università del Piemonte Orientale, Venezia, Cambridge (Usa), Parigi, Lugano. Tra i suoi volumi Terra mobile (Einaudi, 2014), The Urban Contract (Routledge, 2017), Il debito sovrano. La fase estrema del capitalismo (La Nave di Teseo, 2020), Nel 2050. Passaggio al nuovo mondo (Il Mulino, 2021).

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