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La Parigi di Satie, la Amsterdam di Mahler, la Bologna di Morandi, la Cagliari di Eva Mameli Calvino e tante altre. Storie, ritratti d'artista, reportage, in una sentimentale flâneurie metropolitana dall'autore di Anime baltiche e Bagliori a San Pietroburgo.
Bibliofilo, esploratore, flâneur, avventuriero, esteta, fine osservatore, paziente ascoltatore, turista. Jan Brokken ha dedicato la vita a inseguire le sue passioni: arte, poesia, musica, architettura. Ma soprattutto è uno scrittore che ha messo il suo prodigioso talento ritrattistico al servizio dei grandi uomini e delle grandi donne che di queste arti sono stati i massimi interpreti del Novecento. In un viaggio attraverso il tempo e i continenti, Brokken accompagna il lettore a passeggio tra le vie, le strade, le case che li hanno ispirati. La Bologna di Giorgio Morandi, la Venezia di Giovanni Bellini alla ricerca del rilegatore Paolo Olbi, la Düsseldorf dell'artista Joseph Beuys, la Parigi del compositore Erik Satie. Ad Amsterdam sulle tracce di Mahler, fino a Cagliari alla scoperta di Eva Mameli Calvino – madre di Italo – illustre naturalista e prima donna a dirigere un Giardino botanico in Italia. È sempre da un particolare, da un dettaglio spesso sfuggito ai biografi, dall'osservazione di uno scorcio, che Brokken riesce a infondere vita nuova e un itinerario inconsueto a strade già battute. Un compendio di brevi storie, tra il reportage e l'acquerello, che fanno capire il legame indissolubile tra la creazione e il luogo dove si origina e insieme vanno a ripercorrere un'educazione artistica e sentimentale.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
'Brokken il viaggiatore, eterno irrequieto': un irrequieto che riesce, con la sua prosa fluida e placida, a infondere una calma serena da viaggiatore che si incuriosisce di quello che osserva dal finestrino di un treno. È, infatti, questa la sensazione che egli trasmette a me che leggo i suoi diari di luoghi, epoche, sentimenti e persone che insegue, immagina e tratteggia amorevolmente in brevi ma incisivi ritratti. Brokken è quel treno che trasporta di città in città, di vite in vite (compresa la sua), di melodie in melodie, di arte in arte, il suo passeggero comodamente sprofondato in poltrona, e che lo fa intimamente partecipe di tutto ciò che narra. È con sobrietà, un pizzico di poesia e il dono della giusta sintesi che segue e districa la fitta rete di filo rosso coniugando genius loci con genius artis. Succede che qui si abbandona spesso, più che nei titoli precedenti, a reminiscenze personali e intrecci casuali con i personaggi di cui scrive, dando asilo ad una prustiana memoria involontaria. Mi ci ritrovo in pieno in questo atteggiamento: anch'io risalgo all'origine dei talenti artistici che incontro e, quando possibile, come lui cerco, anche fisicamente, di guardare il mondo dalla loro prospettiva. La profonda sensibilità, con la sua incessante ricerca e passione per tutto ciò che è alta espressione delle arti umane, si rivelano un fatto altamente contagioso. Ed è così che, fra le molte altre suggestioni che regala, sulle bottiglie storte e impolverate di Morandi, come sul riverbero scintillante dell'oceano su Pyla-sur-Mer e su 'Il viale di Middleharnis' di Hobbema, ci ho lasciato gli occhi. "Nonostante la mia 'senilità', per dirla con Italo Svevo, ogni libro continua a essere un'avventura che non vorrei perdermi per tutto loro del mondo".
Ho apprezzato molto alcuni libri di Brokken,, ma questo non mi ha entusiasmato, anzi piuttosto annoiato. Le storie sono raccontate superficialmente e non si crea nessuna fascinazione da questo mix tra personaggi e città. Più di tutto mi suscita una grande invidia lo stile di vita dello scrittore che ha avuto l'abilità di assaporare orizzonti diversi e conoscere ogni sorta di ambienti culturali. Se rinasco voglio essere Jan Brokken.
piacevolissima lettura, a spasso tra storie di intensa umanità. Non ai livelli di anime baltiche, ma assolutamente consigliato.
Recensioni
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