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L' angelo musicante. Caravaggio e la musica
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L' angelo musicante. Caravaggio e la musica - Massimo Donà - copertina
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angelo musicante. Caravaggio e la musica

Descrizione


Caravaggio appare costantemente impegnato a liberare le cose dallo "spazio" cui sembra destinato il loro esistere quotidiano; e lo fa a favore dell'esplicitazione di una sorta di "ritmo" originario. Quello di cui le cose medesime mostrano di essere, ai suoi occhi, gelose custodi. Perciò abbiamo cercato di mostrare come il Merisi dipinga; ritrovandosi sempre e comunque mosso all'atto pittorico da un furore essenzialmente musicale; e quindi dalla volontà di riconsegnare le cose tutte al fondo abissale, nero e indecifrabile, che, solo, è in grado di ricordarci quel che, nelle cose medesime, pulsa ingovernabile, senza aver comunque nulla a che fare con i "significati" alla luce dei quali siamo soliti recepirle.
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Dettagli

2014
27 agosto 2014
Libro universitario
76 p., ill. , Brossura
9788857523835

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alida airaghi
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Massimo Donà, professore di filosofia teoretica a Milano, dedica questo suo intenso e non facile saggio a Caravaggio, alla sua "ingovernabilità", al "fondo abissale, nero e indecifrabile" dei suoi dipinti, e al "furore essenzialmente musicale" che anima il suo atto pittorico. In realtà parla di molto altro, indaga in profondità il pensiero filosofico ed estetico che si è occupato dagli albori del rapporto intercorrente tra arte e natura, tempo e spazio, luce e oscurità, immaginazione e storia. Prendendo spunto da alcuni quadri caravaggeschi (non solo i due più esplicitamente dedicati alla musica, "Concerto di giovani" e "Suonatore di liuto"), Donà contesta l'idea di una presenza della spazialità nella pittura dell'artista lombardo, che ama scontornare i suoi modelli da ogni sfondo concreto, "preferendo farli emergere...da un confuso abisso, da un'oscura origine", salvaguardandone "l'originaria indeterminatezza" che "conduce all'essere il non-essere". Così facendo "il teatro pittorico caravaggesco sarebbe riuscito a restituire i personaggi di volta in volta rappresentati alla straordinaria potenza evocativa necessariamente caratterizzante qualsiasi brandello d'eternità". Una potenza evocativa che si esprime quindi non tanto nella descrizione realistica dell'ambientazione, ma nel suggerimento di un ritmo interno, assolutamente musicale, non legato a una significazione positiva: bensì allusivo a una possibilità "altra" dell'essere. E' inevitabile a questo punto per Donà appellarsi all'autorità di Hegel, al suo affermare "l'essere che, mentre è, non è, e mentre non è, è". Solo la musica, e l'arte pittorica che sa farsi musicale, è in grado di "liberare la cosa e la sua statica determinatezza", dispiegando la sua "fondante infondatezza" ed esprimendo "l'immediatezza del tempo". Se il significato rappresenta la permanenza, il rassicurante, ecco che l'arte di Caravaggio esprime la mancanza, il non essere più e il non essere ancora. L'immediatezza imprevedibile.

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Massimo Donà

Massimo Donà (Venezia, 1957) si è laureato nel 1981 a Venezia con Emanuele Severino. Ora è docente ordinario di filosofia teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove insegna Metafisica e Ontologia dell’arte. È anche direttore del Centro di Ricerca di Metafisica e Filosofia delle Arti “Diaporein”, operante nella medesima Università in cui insegna. La sua ricerca s’è concentrata in primis sul tema del fondamento; e sarebbe comunque rimasta sempre consapevole della destinazione originariamente ontologica della filosofia. La sua produzione editoriale, peraltro, lo ha visto impegnato anche in altri ambiti disciplinari, che vanno dall’estetica alla teologia....

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