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Andrò via senza dire niente
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In commercio dal:
1 gennaio 2014
Pagine:
98 p., Brossura
EAN:
9788897092865
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Luciano Dal Pont
12 novembre 2014
Cupo, doloroso, per certi versi sconvolgente. Un libro forte, intensissimo, drammatico, che fotografa in maniera spietata gli aspetti peggiori della vita, e non lascia speranza. Ma a volte questa, purtroppo, è la realtà, e anche un ottimista come me deve pur ammettere che le situazioni di dolore e di degrado descritte in questa serie di storie legate dal comune denominatore della sofferenza, qualche volta ci colpiscono in prima persona. Perché la vita è anche questo, che ci piaccia o no. Qui anche nei racconti che hanno un (relativo) lieto fine c'è comunque il risvolto tragico, buio, senza luce e spesso senza futuro. Non è certo un libro che mette di buonumore, ma non era questo l'intento dell'autrice. Ogni scrittore riversa nella propria arte quello che sente dentro di sé, ed è giusto che sia così. Per quanto mi riguarda comunque, Teresa Verde è una grande scrittrice. Il suo stile è pregno di un'intensità e di un pathos non comuni. Ci sono pezzi che mi hanno lasciato ammirato come pochi altri scrittori hanno fatto. La sua scrittura non è facile, non è immediata, non giunge subito, a tratti è labirintica, va capita, va interpretata, va decifrata, e ammetto che a volte ho dovuto rileggere qualche brano due o tre volte per comprenderlo fino in fondo, ma probabilmente era proprio questo che voleva, e ha ottenuto arte allo stato puro. In alcuni punti mi sono perso nei tempi verbali e nel cambio repentino di persona anche in uno stesso racconto, persino in uno stesso paragrafo, e un paio di volte non mi ci sono ritrovato, non ci sono riuscito, ma credo rientri anche questo nel suo particolarissimo e affilato modo di scrivere. Perché indubbiamente Teresa Verde è una scrittrice fuori dagli schemi, da tutti gli schemi, ma è una scrittrice vera.
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