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Recensioni Ancora tempesta

Ancora tempesta di Peter Handke
Recensioni: 5/5

Attraverso una serie di profetiche allocuzioni Handke dà espressione al proprio conflitto identitario, ma anche al silente e funesto lacerarsi della panglossiana identità europea.

«Il suo capolavoro drammaturgico»L'Indice

Il titolo di questa storia, con la sua premeditata eco shakespeariana (Re Lear, III, 2), ci introduce immediatamente nella tonalità epica, amara e folle che la pervade. L'opera si articola in cinque dialoghi che l'autore, ormai anziano, intrattiene con i suoi avi, sloveni di Carinzia, qui più giovani dello scrittore che li mette in scena. I nonni, la madre giovanissima, due zii caduti al fronte e due che si sono dati alla macchia per combattere i nazisti, sono tutti riuniti per evocare l'epopea tragica e dimenticata di una minoranza oppressa, ma orgogliosamente protagonista dell'unico episodio di guerra partigiana svoltosi entro i confini del Terzo Reich. È l'adunata degli avi, plurale proiezione della personalità e della storia dell'autore, amato e odiato dai suoi e straniero a se stesso, poiché figlio di una slovena e del nemico germanico. Attraverso una serie di profetiche allocuzioni Handke dà espressione al proprio conflitto identitario, ma anche al silente e funesto lacerarsi della panglossiana identità europea. La nazione, "rifugio e prigione", risorge dalla tomba. "La tempesta sta ancora infuriando. Tempesta continua. Ancora tempesta". )
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