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Il libro di Harry Parker dice molto della guerra com’è oggi. Una palestra. Un laboratorio tecnologico. Una teoria messa in pratica un po’ qui e un po’ là. Un capitolo di spesa. Un investimento. Una illogicità necessaria. Nuovissima la guerra di oggi, e se una ragazza ti vuole scrivere non c’è indirizzo mail, ti spedisce una lettera che fa il giro del mondo prima di arrivare a te, soldato, che non aspetti altro: cenni di vita. I soldati, mi immagino i soldati buoni, vogliono essere buoni, vogliono corpi allenati, vogliono combattere il male. Sarà che la guerra si vince solo quando si riesce a farne a meno.
"Sono esistita per una frazione di secondo. Sono stata creata da una reazione esplosiva [...]. Ho attraversato la roccia, il fango, la polvere, l'aria, la suola di una scarpa. Ho attraversato un uomo." Se gli oggetti che ci circondano dicono molto di ciò che siamo, allora potremmo lasciare che siano loro a raccontare le nostra vita. Ed è quello che succede in questo romanzo. Forse è difficile immedesimarsi con le voci narrati se appartengono ad un oggetto, diverso per ogni capitolo, ma io apprezzo sempre quando una storia è in grado di sorprendermi. E questa indubbiamente lo fa.
Harry Parker, che è stato soldato e ha perso le gambe al seguito dell’esplosione di un ordigno in Afghanistan, racconta di un soldato che ha perso le gambe in seguito all’esplosione d un ordino in un paese probabilmente medioerientale, e lo racconta benissimo. Lo racconta attraverso la testimonianza degli oggetti ma non per questo diventa una testimonianza oggettiva: è la soggettività degli oggetti, perché nelle storie di guerra sembra che solo agli oggetti sia consentito di sviluppare della soggettività. In guerra e attorno alla guerra gli umani diventano degli oggetti, è consigliabile che lo diventino, altrimenti non è credibile possano sopravvivere.
Recensioni
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Qualche anno fa è uscito Severance di Robert Olen Butler, un libro ispirato a un presupposto pseudoscientifico secondo cui una testa umana rimane cosciente per un minuto e mezzo dopo la decapitazione. Butler ha scritto 62 racconti immaginando gli ultimi pensieri di personaggi come Medusa, Anna Bolena, una gallina sacrificata per un pasto ecc. L’esecuzione non era neanche male, ma opere come queste lasciano il dubbio che ok, molto originale, ma adesso siamo a posto così.
Prima della lettura, anche Anatomia di un soldato di Harry Parker (classe 1983, soldato in Iraq e Afghanistan, dove ha perso entrambe le gambe per un ordigno) fa temere di trovarsi di fronte a un caso del genere. È la storia di tre personaggi: un giovane soldato britannico in Afghanistan, che perde le gambe a causa di una bomba, e due ragazzi afgani, amici, ma ai lati opposti del conflitto. La particolarità del romanzo è che tutto è raccontato attraverso la voce degli oggetti testimoni della vicenda: il sacco di fertilizzante utilizzato per preparare la bomba, una cannula per intubazione, lo zaino di un soldato ecc. Eppure il risultato è
una sorprendente, dolente versione di Toy Story al contrario: gli oggetti prendono vita, e diventano il coro degli eventi assurdi e incomprensibili degli uomini, i loro creatori.
Recensione di Mario Bonaldi
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