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Il romanzo ha vari aspetti positivi ed in un certo senso inediti. La Guerra nei Balcani viene mostrata da più punti di vista: il primo è quello pre-guerra, in una Jugoslavia ancora unita, ma nella quale si iniziano a sentire gli sguardi di diffidenza tra persone di diverse etnie (nel caso di specie, una famiglia di origine albanese ed una serba, il tutto ambientato a Pristina, capitale di quello che sarà il Kosovo). Poi c'è il "dopo", con lo scoppiare delle ostilità e la guerra che travolge tutto. Le famiglie dei due protagonisti, Zlatan e Ajkuna, vengono entrambe colpite duramente dalla guerra e l'amore tra i due ragazzi viene interrotto, da un giorno all'altro. Un rapporto che nella loro testa e nel loro cuore rimarrà sospeso per tutti gli anni a venire, mettendo una gravosa ipoteca sulla loro vita futura e sulla loro felicità. Si affronta anche la questione dei rifugiati, in quanto entrambi i ragazzi verranno poi accolti all'estero come rifugiati di guerra, con pro e contro. Da un punto di vista dello stile, la storia viene raccontata con un linguaggio diretto, diversamente da ciò che accade in altri romani della Ibrahimi (in cui tende allo svolazzo inutile), e la trama è ben articolata. Avrebbe potuto scrivere molto di più, la storia si sarebbe prestata ad un'indagine più approfondita, anche legata ai personaggi secondari, come i genitori. Un bel romanzo, non a mio avviso eccezionale, che ha il grande pregio di permettere al lettore di conoscere questi fatti recenti da un punto di vista nuovo, e di capire meglio non solo quale può essere stato il trauma subito in guerra, ma anche tutto quello che può derivare dopo, dallo sradicamento dalla propria terra alla ricerca di una nuova identità, dal trovarsi su due fronti diversi nel giro di poco tempo alla devastante potenza del pensiero di quello che avrebbe potuto essere e che non è stato.
Ingredienti: due famiglie divise dalle diverse origini (serbi e albanesi) ma unite da una solida amicizia, due ragazzi innamorati separati da una guerra civile, dieci anni di distacco e spostamenti tra Serbia, Kosovo, Italia e Svizzera, uno scontro non violento ma doloroso tra passioni del passato e del presente. Consigliato: a chi vive e ama “come se l’anno non avesse altri giorni”, a chi sopravvive a guerre e perdite con la forza dei sentimenti e dei legami di sangue.
Un racconto sulla vita, sull'amore e sugli effetti del trascorrere del tempo sui sentimenti.
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