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Quella che viene proposta in questo libro non è la storia di una concezione dell’amicizia che è nata nell’età antica ed è sopravvissuta sino all’età moderna, ma l’analisi di varie tipologie di amicizia – antiche e moderne – a cui sono state attribuite diverse funzioni politiche. Porre l’accento sull’irriducibile pluralità dell’amicizia consente di raggiungere due obiettivi teorici fondamentali. Da un lato, è possibile sgombrare il campo da ogni facile contrapposizione tra l’amicizia politica degli Antichi e quella impolitica dei Moderni, combattendo un luogo comune che il fiorire dei friendship studies non è ancora riuscito a sfatare. Dall’altro lato, è possibile evitare l’equivoco, alimentato dall’influenza di Politiques de l’amitié di Jacques Derrida, per cui si assume che l’amicizia possa essere una relazione politica soltanto se è il fondamento, o il modello, dei legami sociali. Questa è una, non la sola, idea di amicizia politica. È l’idea di Aristotele e, in parte, di Rousseau, ma non quella di Plutarco e di Cicerone, di Machiavelli e di Montaigne, di Bacone e di Hobbes. Esaminando le concezioni dell’amicizia elaborate da questi autori, e mostrando
quanto siano diverse tra loro, viene gettata nuova luce sulle ragioni per cui l’amicizia è diventata una relazione di natura prevalentemente privata tra il Cinquecento e il Settecento, ma anche sui motivi per cui essa è ritornata al centro del dibattitto filosofico-politico degli ultimi decenni
Annalisa Ceron ha conseguito il dottorato in Storia della Filosofia presso l’Università degli Studi di Macerata nel 2009. Dal 2014 al 2019 è stata assegnista di ricerca del Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano. È autrice del volume L’amicizia civile e gli amici del principe: lo spazio politico dell’amicizia nel pensiero del Quattrocento (2011). Ha pubblicato le sue ricerche sull’amicizia in Storia del Pensiero Politico, History of Political Thought e altre riviste.
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