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Circa vent’anni fa, nel corso dei miei studi di dottorato, avevo avuto modo di seguire, presso università di Bari, un seminario di presentazione dell’autore di questo volume, in occasione della sua uscita: allora, ero preso da altre letture più “istituzionali” legate alla preparazione della tesi di dottorato, e non avevo avuto modo di trovare giusta concentrazione per leggere anche questo libro, che però a seguito del seminario avevo tenuto a mente. Ora ho finalmente avuto occasione di leggerlo, approfittando anche di occasione di offerta super outlet su IBS, e posso affermare che è un contributo sicuramente da apprezzare per chi è interessato alla storia delle idee politiche e sociali contemporanee, soprattutto in relazione al contesto intellettuale italiano. Serra considera infatti il rapporto del marxismo con la società italiana da anni 60 sino a fine secolo, cogliendo questioni significative e rimandando ai concetti e agli autori ad essi correlati (individualismo, nichilismo, postmodernismo, consumismo, populismo, ecc.). Efficace l’’idea della transizione lungo questa fase da un pensiero e una cultura critico-dialettica e una dimensione prevalentemente estetica.
Recensioni
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Dopo gli anni cinquanta conclusasi la prima fase della guerra fredda la strategia mondiale statunitense mirò alla distruzione del sistema delle nazionalità e americanizzò gli spazi europei. Quel destino naturalmente toccò anche all'Italia. E da lì discese la crisi italiana ed europea di ogni vincolo e legame al di sopra dell'individuo dal partito alla cultura. La tesi di Pasquale Serra è fin troppo unilineare: il Sessantotto gli anni settanta e ottanta la fine della prima repubblica e la nuova politica degli anni novanta sono tutte "conseguenze" di quell'americanizzazione dell'Italia avvenuta negli anni sessanta che imponendo l'economia dei consumi finì per indebolire progressivamente i "legami comunitari". Dal nesso un po' liquidatorio tra "consumismo" "singolarizzazione" e svuotamento dei "blocchi sociali esistenti" l'autore devoto studioso della filosofia cattolica di Augusto Del Noce vede provenire il "nichilismo" come male metafisico dell'epoca attuale. Si sofferma tra l'altro sulle "intuizioni" della destra di Rauti alla fine degli anni settanta circa le possibilità di uno "sfondamento a sinistra" mai realizzate per l'immobilismo della maggioranza dell'Msi di Almirante e Romualdi. Per evitare però un futuro fascista conclude Serra è indispensabile ora porre un freno alla globalizzazione unendo alle istanze di giustizia economica una sorta di "antiprogressismo culturale" esaltando l'autonomia nazionale e stimolando così il sentimento di appartenenza a un'entità collettiva. In tale direzione l'autore considera decisiva infine la riabilitazione del nesso religione-politica. Un elemento fondamentale a suo parere per uscire dalla solitudine individualistica e "ricostruire una base antropologica minima".
Giovanni Borgognone
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