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L’accortezza da seguire leggendo “Amazzonia” è di non contestare a ogni pagina la veridicità delle varie situazioni incontrate dai nostri eroi impegnati a scoprire un mistero che potrebbe rivoluzionare la scienza medica, l’antropologia, la geologia, la paleontologia, la botanica, l’anatomia e via di questo passo. Il lettore si trova così a percorrere un miscuglio di Indiana Jones e Jurassic Park, in cui la misteriosa natura amazzonica risulta alterata da mostri a cui parte del gruppo soccombe in un’ atmosfera angosciosa e surreale. Come se non bastasse, ci sono anche i cattivi, anzi cattivissimi, che fregandosene altamente dell’equilibrio ecologico e delle biodiversità buttano bombe a destra e a manca, massacrando poveri Indios e torturando chi capita loro a tiro pur di ottenere la magica cura certo non per donarla al mondo, ma per riempire le loro tasche. Premesso questo, il romanzo è scritto in modo avvincente, i colpi di scena si susseguono uno dopo l’altro, e, nonostante le vistose esagerazioni, va riconosciuto che Rollins si è documentato bene sul cosiddetto “inferno verde”. A coronare l’inevitabile happy end, pur funestato da diversi lutti, c’è anche la storiella d’amore che si intuisce fin dalle prime pagine, stupidina e prevedibile, ma, insomma, si sa, la linea romantica compare ormai anche nei più famosi film d’avventura.
Rollins è tra i pochi scrittori di avventura che con diabolici magheggi narrativi riesce a sdoganare anche le situazioni più assurde. E' divertente perdersi in questa Amazzonia.
Tipico libro da leggere sotto l'ombrellone. Una settimana dopo, non te lo ricordi più. Buona trama, ma impoverita da situazioni esagerate e assurde. Sembra che l'Amazzonia sia un posto che non aspetta altro che aggredirti appena giri le spalle. Coccodrilli di 40 metri! Peccato perchè poteva essere un buon libro. Se volete leggere un bel libro sull'Amazzonia, leggete "I fiumi scendevano ad oriente" di Clark o "La terra dimenticata da Dio" di Collier.
Recensioni
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