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Recensioni L' Amalassunta

L' Amalassunta di Pier Franco Brandimarte
Recensioni: 4/5
"Ecco lo vedo", scrive Brandimarte e così comincia l'avventura di un dialogo impossibile ma reale tra due esistenze lontane nel tempo ma che si danno l'un l'altra senso. Entrambe ossessionate dalla verità nuda, dallo scarno e essenziale racconto di sé. Oggi come ieri. Montevidone, un piccolo comune sulle colline marchigiane. Là il nonno del giovane narratore possedeva una "barberia". E in quel paese visse e lavorò dopo la formazione bolognese e parigina il pittore Osvaldo Licini, tra "i poveri muri delle case" sino a "sconfinare nei campi". Là Licini cercò la luna, amica argentata, mentre il giovane Antonio cerca oggi un senso alla sua vita indagando quella del pittore. Lasciare Torino e la fidanzata Nina per capire Licini - stanarne testimonianze, forzando un istinto logico e ferino a seguirne le tracce ovunque - è per il narratore una personale "recherche". Gli "Olandesi volanti", i "Trabocchi", gli "Angeli ribelli", le "Amalassunte" non sono solo le opere più emblematiche di Licini, sono il distillato di un'esistenza i cui punti cardine rimangono la Bologna dell'Accademia, durante gli anni dieci, insieme a Morandi e Vespignani; la grande guerra, che offese Licini a una gamba; la Parigi di un Modì prossimo alla morte; il riconoscimento tardivo alla Biennale di Venezia nel 1958; l'amore per Nanny Hellstromm, la moglie svedese che gli rimase accanto sino alla fine.)
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