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Anno edizione: 2021
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Cosa ci rende quello che siamo? Perché conduciamo la nostra vita e non un'altra?
«Un volume che raccoglie i primi due capitoli di un progetto narrativo di oltre 1200 pagine, diviso in sette parti, scritto senza mai usare il punto» - Alessia Rastelli, la Lettura
Un nuovo anno sta per concludersi e Asle, un anziano pittore rimasto vedovo, ripensa alla sua storia. L'uomo vive da solo sulla costa norvegese, i suoi unici amici sono il suo vicino, Åsleik, un contadino-pescatore scapolo, e Beyer, un gallerista che vive in città, a un paio d'ore di auto. Lì vive anche un altro Asle, artista anch'egli, solitario e consumato dall'alcool. Asle e Asle sono due versioni della stessa persona, due racconti della stessa vita, che si interrogano sull'esistenza, la morte, l'ombra e la luce, la fede e la disperazione.
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L’altro nome. Settologia I-II di Jon Fosse è l’opera, forse, più ambiziosa del Premio Nobel per la Letteratura 2023, edito in Italia da La Nave di Teseo. Un lungo flusso di coscienza in cui il reale e l’immaginario diventano un tutt’uno, dove lo spirituale e l’aldilà diventano le coordinate, a cui Jon Fosse, prova a dare voce a ciò che di norma non ha voce: quella materia oscura, fumosa e aggrovigliata che è l’esistenza, dove le parole perdono la forza cadendo nell’inenarrabilità. L’altro nome è una piega in ciò che, forse, non può essere descritto o raccontato.
Il libro raccoglie le prime due parti di un lungo , ininterrotto flusso di coscienza che si sviluppa negli altri volumi. Inizia qui un percorso labirintico, un gioco di specchi e di identità con riflessioni profonde sul senso della vita, sull’arte, su Dio.
In queste pagine si aggira implacabile un fantasma; quello di t. bernhard. Tuttavia jon fosse ne smussa gli eccessi pessimistici tanto da recuperare un orizzonte di umanità ai suoi personaggi. Nella forma di un flusso di coscienza iterativo, come nella musica minimalista, lo scrittore norvegese suggerisce alcuni antidoti alla solitudine: la fede religiosa, in fondo panteistica nella sostanza ma cattolica nella forma, la quiete domestica associata alla compagnia di un cane, il conforto del contatto asimmetrico con un vicino di casa e il guidare l'auto, come atto capace di infondere pace interiore. Centrale è la riflessione del protagonista sull'arte della pittura e sul mistero del talento da intendersi al tempo stesso come grazia e come condanna. Denudando banalità e durezza del vissuto, fosse focalizza a fondo la condizione attuale dell'uomo occidentale.
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