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Descrizione


Titolo: Altre storie. La critica femminista alla storia
EAN: 9788849113047
ISBN: 978-88-491-1304-7

Nei sette saggi qui raccolti alcune tra le più note storiche femministe attive negli Stati Uniti, Francia e Inghilterra analizzano i rapporti che intercorrono tra la storia delle donne e discipline come l’antropologia, la psicanalisi, la letteratura e la filosofia. Ne emerge il profilo di un settore di studi ricco e dinamico, entro il quale lavorano
comunità di storiche provenienti da contesti geografici e culturali lontani l’uno dall’altro.

L’eterogenea formazione politica teorica e storiografica di queste studiose, caratterizzate da biografie personali e intellettuali molto diverse, contribuisce a creare l’effetto di uno stimolante confronto a distanza, tra di loro e con noi. Il volume, accompagnato da una appendice bibliografica sull’Italia, costituisce un indispensabile strumento per orientarsi nel panorama dei diversi approcci metodologici attualmente presenti nel campo della storia
delle donne.

In Appendice: Spoglio delle principali riviste italiane di storia dal 1978 al 1993; Sommari delle annate di DWF (1975-1993) e Memoria (1981-1993).

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Dettagli

1996
1 gennaio 1996
432 p., ill.
9788880913047

Voce della critica


recensione di Pallavicini, P., L'Indice 1997, n. 2

Queste due raccolte di saggi, assai diverse per scelte e intenzioni, tentano, rispettivamente per la storia e la sociologia, una prima mappatura del delinearsi degli studi di genere all'interno delle singole discipline e una valutazione dei suoi effetti. Opere dunque assai utili per tutti coloro che per ragioni anagrafiche (gli studenti) o per scelta di vita non abbiano seguito il dibattito nel suo farsi.
Paola Di Cori definisce nell'introduzione il proprio libro "uno strumento" e tale è certamente, a iniziare dall'apparato di appendici nel quale si trovano gli indici completi delle annate di "Dwf" (1975-93) e "Memoria" (1981-93), le due riviste che in Italia hanno raccolto il dibattito storiografico e politico femminista, e l'elenco di tutti gli articoli relativi a studi di storia delle donne comparsi tra 1978 e 1993 sulle pagine di quindici tra le principali riviste di storia italiane.
L'opera raccoglie sette saggi, "testi molto noti ma spesso difficili da reperire o non disponibili in una buona traduzione", composti nell'arco di un ventennio da storiche americane, inglesi e francesi con posizioni anche molto distanti tra loro: dalla modernista Natalie Zemon Davis alla contemporaneista Joan Scott - entrambe in forza per anni all'Institute for Advanced Studies di Princeton -, da Sally Alexander dell'East London Polytechnic, tra i fondatori della rivista "History Workshop", a Gayatri C. Spivak, traduttrice americana di Derrida, docente alla Columbia University. Sette saggi, insieme teorici e di ricerca sul campo, riconoscibili, per il segno che hanno lasciato nella nostra storiografia, anche da chi si avvicini solo oggi in Italia alla storia delle donne.
A guidare lettrici e lettori tra i saggi proposti, un'introduzione - sintesi di un lavoro più ampio di prossima pubblicazione - nella quale con grande chiarezza la curatrice presenta i saggi raccolti mostrando come in ognuno di essi si delinei uno specifico "modello di ricerca" nel quale l'innovazione emerge da una serrata interlocuzione critica con la specifica tradizione interpretativa della disciplina storica di afferenza: bella scelta, assai efficace, tesa a restituire un quadro della storia delle donne capace non solo di raccogliere fratture e discontinuità, ma di mostrare e dar ragione dei momenti di contrasto, delle dinamiche che hanno generato, e delle controversie concettuali ed epistemologiche che oggi ne costituiscono il patrimonio. L'attenzione a non isolare le acquisizioni teoriche e metodologiche dai contesti di dibattito all'interno dei quali esse sono emerse e insieme la cura posta nel seguirne il destino tra spostamenti intercontinentali, discronie nella ricezione, radicamenti locali/nazionali e sradicamenti intellettuali, restituiscono un'immagine felicemente affascinante e quanto mai "comprensibile" dell'avventura di pensiero e di professione di un'intera generazione di studiose.
Opposta, diversamente felice negli esiti, per molti aspetti complementare a quella di Paola Di Cori, la scelta di Simonetta Piccone Stella e Chiara Saraceno che nell'introduzione alla loro raccolta di saggi pongono in primo piano la definizione della categoria di "genere" in ambito sociologico, tagliando trasversalmente e in una prospettiva sincretica il dibattito pluridisciplinare e politico in cui essa ha preso forma nel corso degli ultimi vent'anni.
A partire dalla constatazione che rispetto ai precedenti concetti di "condizione femminile" o di "ruoli sessuali" il concetto di "genere" "pone in modo radicale la questione della costruzione sociale dell'appartenenza di sesso" e implica "reciprocità, dialettica costante tra le sue componenti di base" - maschile/femminile, donne/uomini - configurandosi come termine "binario", le due autrici pongono a tema la relazione tra sesso e genere, sostrato corporeo della differenza sessuale e costruzione socioculturale dell'identità di sesso, ripercorrendo le direttrici di pensiero lungo le quali essa si è articolata nel dibattito femminista: essenzialismo, decostruzionismo, pensiero della differenza sessuale, teoria delle differenze situate.
Il paragrafo conclusivo dell'introduzione presenta ai lettori i dodici saggi raccolti nelle tre sezioni dell'opera, proponendo un'ampia ricognizione tra gli studi sociologici recenti che hanno contribuito, con l'adozione della prospettiva di "genere", a mutare gli orientamenti disciplinari (notevole l'attenzione prestata ai "men's studies"). Grave e imperdonabile colpa dell'editore Il Mulino l'assenza dell'indice dei nomi, che avrebbe evidenziato le comuni radici di esiti di ricerca così differenziati. Eccellente invece la cura editoriale della Clueb: che imparino.

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