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Questo disco, in realtà, non dovrebbe comprendere un voto: è inclassificabile e pretendere, con la boria che contraddistingue tutti i critici, esperti o comunque coloro che pretendono di ridurre alla misura qualsiasi cosa, di dargli un voto equivale a portarlo nelle banali dinamiche umane. Alternative 4 è il disco che segna l'inizio della seconda fase del combo di Liverpool. Messo da parte il doom, comunque ancora leggermente presente nel suo illustre predecessore, Eternity, gli Anathema imboccano la strada del gothic più atmosferico, desolante, disperante, angoscioso e buio, ma lo fanno a loro modo, cioè portando comunque aria fresca ad un genere che già allora soffriva di stanchezza. Apre il disco Shroud Of False, con una terrificante introduzione di pianoforte; già dalle prime note si percepisce cosa spetta all'ascoltatore: angoscia, decadenza e disperazione. Infatti, dopo il breve intro, si attacca con un cavallo di battaglia degli inglesi, Fragile Dreams, autentico manifesto gothic, colonna sonora della disperazione pura. Empty, semplice ed energica nel suo articolarsi e che strizza, a mio parere, l'occhio ai Depeche Mode, lascia spazio alla grigia Lost Control, riflessiva e costruita attraverso un interessante connubio tra parte strumentale e vocale. Re-Connet, come Empty, ha la funzione di far respirare l'ascoltatore prima di abbandonarsi alla strappalacrime, immensa, magnifica Inner Silence e al disagio della title track, funerea e ansiosa. Le ultime tre, altamente influenzate dalla lezione dei Pink Floyd, portano alle estreme conseguenze il viaggio introspettivo dell'ascoltatore: Regret, quasi sussurrata e che sprizza tragicità da ogni nota, la desolante Feel, degna metafora dell'estinzione umana e Destiny, piccolo gioiello che chiude questo viaggio nell'ombra. Il senso del disco sta tutto in questo: "Siamo solo un attimo nel fluire del tempo, un batter d'occhi, un sogno per i ciechi, visioni di un cervello morente". Stare alla larga per chi è debole.
Recensioni
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