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In un volume molti scritti inediti o non conosciuti di un protagonista del secondo dopoguerra italiano.
La presentazione di questi scritti, inediti o per la maggior parte non conosciuti, illumina in modo problematico non solo la personalità di Panzieri, ma anche la generazione militante, di cui faceva parte, dei primi anni dopo la Resistenza e del periodo della guerra fredda, e la stessa politica della sinistra; di essa Panzieri, proprio attraverso l’elaborazione e l’impegno che questo volume ci rivela, si conferma un protagonista e un interprete sempre acuto, a volte originale, mai subalterno. I suoi interessi si svolgono su due piani, la ricerca teorica e la battaglia politica, con una fusione reale nella militanza, disegnando una figura esemplare di intellettuale-politico. I primi appunti, che documentano l’abbandono degli interessi giovanili, prevalentemente letterari (anche se filtrati attraverso la storia e la sociologia), risalgono al periodo precedente la liberazione di Roma (giugno 1944) e già inseriscono Panzieri nel clima culturale della nuova generazione di sinistra e di quella, meno giovane, che approdava a sinistra dopo essere passata attraverso il fascismo o il crocianesimo. La sua attenzione è rivolta prevalentemente all’utopismo e al pensiero rivoluzionario premarxista, letti come critica della rivoluzione borghese e come progetto della società futura; e a un marxismo depurato dalle interpretazioni deterministiche e umanistiche ma arricchito rispetto a quelle della Terza Internazionale. Dalla Prefazione di Stefano Merli
In un volume molti scritti inediti o non conosciuti di un protagonista del secondo dopoguerra italiano.
La presentazione di questi scritti, inediti o per la maggior parte non conosciuti, illumina in modo problematico non solo la personalità di Panzieri, ma anche la generazione militante, di cui faceva parte, dei primi anni dopo la Resistenza e del periodo della guerra fredda, e la stessa politica della sinistra; di essa Panzieri, proprio attraverso l'elaborazione e l'impegno che questo volume ci rivela, si conferma un protagonista e un interprete sempre acuto, a volte originale, mai subalterno. I suoi interessi si svolgono su due piani, la ricerca teorica e la battaglia politica, con una fusione reale nella militanza, disegnando una figura esemplare di intellettuale-politico.I primi appunti, che documentano l'abbandono degli interessi giovanili, prevalentemente letterari (anche se filtrati attraverso la storia e la sociologia), risalgono al periodo precedente la liberazione di Roma (giugno 1944) e già inseriscono Panzieri nel clima culturale della nuova generazione di sinistra e di quella, meno giovane, che approdava a sinistra dopo essere passata attraverso il fascismo o il crocianesimo. La sua attenzione è rivolta prevalentemente all'utopismo e al pensiero rivoluzionario premarxista, letti come critica della rivoluzione borghese e come progetto della società futura; e a un marxismo depurato dalle interpretazioni deterministiche e umanistiche ma arricchito rispetto a quelle della Terza Internazionale. (Dalla Prefazione di Stefano Merli).
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