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Non abbiamo decisamente letto lo stesso libro, io e il recensore precedente: è vero, i libri della Sayers sono celebri per essere decisamente più prolissi rispetto al giallo classico cui siamo abituati (quello alla Agatha Christie, ma anche alla Rex Stout, Edgar Wallace, Simenon, e tanti altri)...ma mi permetto di azzardare che è proprio in questo che i gialli della serie di Lord Peter fanno un salto qualitativamente e letterariamente superiore rispetto a tanta letteratura poliziesca (mentre quella successiva le è stata in parte debitrice). I gialli della Sayers sono tra i primi in cui, oltre al meccanismo deduttivo utilizzato dal detective, viene posto l'accento anche sulle sfaccettature dei caratteri dei personaggi (investigatori e sospettati) e sull'affresco d'epoca; quindi quella che ad un primo acchito può essere scambiata per prolissità, salvo in alcuni casi, è funzionale a questo primo, e senza dubbio imperfetto, tentativo di elevazione del romanzo giallo da letteratura di puro intrattenimento a romanzo sociale. In più, in praticamente tutti gli episodi della serie di Lord Peter (salvo forse l'ultimo), ho trovato il meccanismo giallo intrigante e imprevedibile, dunque anche sotto questo versante sono romanzi di cui raccomando assolutamente la lettura!
Ho avuto modo di leggere questo libro in lingua originale quattro anni fa circa. Ci sono tutti i buoni propositi per un buon giallo alla Agatha Christie (d'altronde questa scrittrice le era fondamentalmente contemporanea) ma la delusione mi ha avvinghiato quasi subito. Prima di tutto, la vicenda è tirata troppo per le lunghe (su 500 pagine di romanzo almeno metà saranno stati interminabili ragionamenti dei due protagonisti sull'orario in cui viene trovato il cadavere), e poi per annoiarci ulteriormente almeno 20 pagine su metodi per decifrare una lettera in codice; dopo i primi 10 capitoli la caratterizzazione dei protagonisti e le loro vicende personali vengono messe da parte a favore di fatti, dati e rimuginazioni; infine, per renderlo più credibile, vengono inserite pure spie bolsceviche e un discendente dei Romanov. Una delusione totale che mi ha costretta, prima volta nella mia vita, a saltare all'ultimo capitolo per concludere l'agonia. Mi aspettavo di meglio da una scrittrice tanto rinomata in Inghilterra, specie per la sua traduzione della Divina Commedia.
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