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Alpinisti ciabattoni - Achille Giovanni Cagna - copertina
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Alpinisti ciabattoni

Descrizione


"Alpinisti ciabattoni" - uno dei pochissimi libri del nostro Ottocento giocato decisamente sul registro umoristico - è ritenuto comunemente il capolavoro di Achille Giovanni Cagna, "scapigliato" piemontese sulla linea "macaronica" che da Faldella giunge a Carlo Emilio Gadda: scrittore estroso armato di un acre gusto espressionista, venne compreso e valutato tardi da critici come Benedetto Croce, Piero Gobetti e Gianfranco Contini, che, nel 1925, ne ripubblicò (per la Piero Gobetti editore) le opere migliori, fra cui "Alpinisti ciabattoni", "descrizione dei malanni e degli inconvenienti della villeggiatura". E proprio questa lingua ricca di invenzioni, che attinge a vari dialetti, irrequieta e saporosa, la vera sorpresa del libro, ed è grazie a lei se le goffe peripezie di questi piccolo-borghesi, incapaci di prendersi una vacanza e insensibili alla bellezza, restano tenacemente ancorate alla nostra memoria. Introduzione di Riccardo Reim.
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Dettagli

2013
30 novembre 2013
159 p., Brossura
9788861923867

Valutazioni e recensioni

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AdrianaT.
Recensioni: 4/5
Quel ramo del lago di Orta

Questo libretto è un gioiellino targato 1888 dal lessico ricco di innovazione. A prescindere da ciò che viene narrato, la musicalità e la raffinatezza di quell'italiano antico, che si alterna nel registro da elegante a dialettale provoca, nella lettura, anche un piacere estetico che oserei definire dannunziano. Mi ha, inoltre, ricordato la creatività linguistica di Fenoglio con addirittura la complessità aristocratica di Landolfi e pure la sagacia di Bufalino, però scanzonato e ironico come un semplice e divertente Piero Chiara nei suoi ritratti di provincia; insomma, questo è il quadro. «Li fiutò da lontano un custode cicerone. Una specie di prete, ibrido fra scagnozzo e sagrestano; impaludato in una cappa sbrendolata di lustrina che gli scendeva fin quasi alle caviglie, lasciandogli allo scoperto un tratto di calzoni e le scarpacce fruste insafardate. Occhi balogi e scerpellini, naso famiolesco, la faccia grinza, chiazzata di macule e sporca di barba disfatta da un mese». Il tutto rimanda a un mondo scomparso, a comportamenti e modalità di relazione che non ci appartengono più, ma che sono facili da rievocare se solo si dà un'occhiata al luogo magico in cui si svolgono e da cui si riflettono ancora riverberi di secoli passati con i loro umori e consuetudini. Bello! «Come è bello sentirsi piccini e mingherlini al cospetto dei grandiosi panorami della natura, per venire alla conclusione che quando ci arride la sanità del corpo e della mente, si è già al di là della fortuna».

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Luca
Recensioni: 5/5

Scoperto quasi per caso ed è stato un colpo di fulmine: il libro rende perfettamente l'idea di come la coppia protagonista - descritta nel migliore dei modi possibili, tra difetti, virtù e goffi comportamenti - affronti le proprie peripezie vacanziere. La lingua scelta dall'autore dà ancora più colore alle descrizioni e alle azioni dei personaggi. Un libro consigliato a tutti gli amanti della montagna, delle ciabatte e della vita in generale, un piccolo capolavoro!

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Recensioni: 5/5

“Ho trovato il libro molto divertente, ricco di parole nuove, in parte tradotte nelle righe sottostanti, in parte tradotte in classe dalla nostra insegnante...”. Scrive Romualdo, 11 anni. “Questo libro è composto da 8 capitoletti spiritosi e simpatici. Acquistatelo subito”. Suggerisce Corinne aggiungendo uno smile e un Ok. “A me il libro è piaciuto molto, anche se alcune frasi erano in piemontese, ma era proprio quello che rendeva bello il libro. I coniugi, poi, non ne parliamo: facevano troppo ridere. Grazie Prof. per averci comprato il libro”. Scrive Isel. “Io consiglio questo libro perchè è molto divertente e le descrizioni sono fatte proprio bene”. Dice Federica. “Seppur difficile da comprendere...è da acquistare perchè, secondo me, sor Gaudenzio altri non è, che Giovanni Cagna. Comprate il libro”. Pensa Manuel. “Il libro è molto interessante, ve lo consiglierei perchè vi farà molto ridere in molti capitoli”. Scrive Wessam. “Questo libro non mi è piaciuto molto, solo il signor Noretti faceva veramente ridere e gli darei 3 stelle su 5”. Dice Adam. “C'era un signore che doveva andare in bagno, ma all'epoca i bagni sul treno non c'erano e dovette aspettare fino all'arrivo per discendere di corsa. Qua ho iniziato a capire che non era poi così brutto, la nostra professoressa poi recitava le scene e mi faceva morire dal ridere...”. Afferma Concetta. Infine: “Non mi ricordo perchè l'ha intitolato “Alpinisti ciabattoni” forse c'entra qualcosa con le ciabatte”. Scrive Viola, 11 anni.

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(Vercelli 1847-1931) scrittore italiano. La sua opera narrativa (Provinciali, 1886; Alpinisti ciabattoni, 1888; La rivincita dell’amore, 1891; Contrada dei gatti, 1924 ecc.) è caratterizzata dalla raffigurazione vivacemente bozzettistica di certo mondo piccolo-borghese. Interessante è la sua ricerca stilistico-linguistica in chiave espressionistica, influenzata dall’esperienza analoga dell’amico G. Faldella.

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