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Anno edizione: 2021
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«Con una prosa che non risparmia, Blasim consegna ai suoi lettori spaccati di vita e di morte calati nell'ordinario, nel quotidiano dove si aggirano spettri e persone» - Nadeesha Uyangoda, Robinson
Hassan, scrittore iracheno rifugiatosi in Finlandia, è un uomo dissoluto e cinico che ha consacrato la vita all'alcol e al sesso occasionale. Il suo blog si chiama Allah 99, un chiaro riferimento al numero dei nomi che il Corano attribuisce alla divinità islamica. Nel blog Hassan sta raccogliendo novantanove interviste a persone segnate dalla violenza del terrorismo, dalla guerra civile e dall'emigrazione clandestina. Dalla giovane dottoressa irachena che, dopo aver assistito all'uccisione del marito per mano dei terroristi dell'ISIS, abbandona il lavoro in ospedale e si trasferisce a Berlino per dedicarsi alla musica techno, al panettiere di Baghdad che si mette a realizzare maschere in silicone per le vittime di attentati terroristici, riproducendo i lineamenti dei visi deturpati dalle esplosioni, fino al giovane afghano che vive in Svezia e diventa un fanatico del jihad. Storie di migrazione clandestina, di razzismo, di attentati, di sesso, vita notturna e sbornie nei bar di Helsinki, di ordinaria vita irachena durante gli anni dell'embargo economico e dopo la caduta di Saddam Hussein. Alle interviste di Allah 99 si intreccia la corrispondenza epistolare che un'enigmatica traduttrice, impegnata nella cura delle opere di Cioran, intrattiene con Hassan. Le lettere veicolano profonde riflessioni di natura filosofica sulla vita e la morte, l'arte, la letteratura e un Iraq devastato dal fanatismo e dalle lotte intestine.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una galleria di ritratti impressionanti, tra un Iraq in guerra con se stesso e il mondo, e un'Europa sprezzante e colpevole. Il mio personaggio preferito è il Palomar di Calvino, il miglior amico del protagonista del libro, che parla con questa creatura immaginaria tra una crisi e l'altra, nel perenne dormiveglia della sua solitudine. Eccellente la traduzione di Barbara Teresi, molto bella la copertina.
Continua la mia lunga passeggiata nel catalogo di Utopia, con questo libro arabo. Che dire? Sconvolgente. Il cattivo non sa mai di essere cattivo, e nessuno di noi è buono fino in fondo. Ho capito molto meglio certi aspetti di assoluta attualità, come la questione afghana. Lingua cruda, ma anche poetica. Nulla di già visto, come sempre nel catalogo di questa casa editrice.
Non esistono vittime e carnefici, ognuno di noi è partecipe di entrambe le nature. Tra l'Iraq e la Finlandia, una chiacchierata con un morto e un dialogo con il Palomar di Calvino, la storia di un panettiere che inizia a realizzare maschere per le vittime degli attentati terroristici e quella di un giovane afghano che prova a uccidere gli infedeli europei, Blasim mi ha davvero toccata. Raffinato anche nella brutalità della vita.
Recensioni
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