L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2019
Promo attive (1)
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Si ritiene comunemente che il Sessantotto abbia compiuto una rivoluzione culturale e dei costumi. Il lavoro di Claudia Salaris dimostra invece come esso fu anticipato settant’anni prima dall’esperienza dei legionari fiumani guidati da Gabriele D’Annunzio. Il fiumanesimo fu un precursore della mitologia e della ritualità del fascismo, ma al tempo stesso fu un precursore della liberazione sessuale che caratterizzò parte del movimento sessantottino. Omosessualità, amore libero, orge, nudismo, vegetarianesimo, uso di droghe furono sperimentate durante lo Stato libero di Fiume, ma anche una rivolta contro il modo borghese di concepire la vita e la politica. L’antiparlamentarismo fu proposto come alternativa alla democrazia corrotta e bigotta dei liberali e del clero. Dal punto di vista politico Fiume riunì attorno a sé uomini e donne provenienti dalle più disparate ed eterogenee posizioni: nazionalisti, anarchici, anticlericali, sindacalisti rivoluzionari, futuristi, socialisti, reduci della Grande Guerra, ex arditi. Oltre al poeta soldato è d’obbligo citare Guido Keller, Lèon Kochnitzky, Mario Carli e altri che divennero i nomi più conosciuti dell’occupazione dannunziana. Tra le altre cose si auspicava l’abolizione dei manicomi e delle carceri, e più in generale, una liberazione dell’uomo dalle catene mentali e fisiche che la società borghese demo liberale e cattolica del primo dopoguerra aveva ingabbiato. Come detto, la ritualità espressa a Fiume fu ripresa dal fascismo: il discorso dal balcone, i motti come «me ne frego» e «eja eja alà»; ma anche la Carta del Carnaro in cui si rivendicava una rivoluzione sociale e politica che poi fu ripresa dal programma dei fasci di combattimento. D’ Annunzio e Mussolini furono amici ma anche rivali perché il futuro Duce non tollerava la popolarità del poeta abruzzese e la sua influenza su molti fascisti che ricoprirono in seguito un ruolo di primaria importanza nel Regime e in seguito D’Annunzio fu messo ai margini dal dittatore.
Fra i vari libri che ho letto sull’impresa dannunziana di Fiume, questo è quello che rende meglio il clima umano e sociale da “sessantotto ante litteram”, che si è vissuto nella città del Carnaro nei 16 mesi circa a cavallo fra il 1919 ed il 1920. Assolutamente da leggere per chi voglia comprendere l’originalità di questo episodio storico e quanto ci sia di errato nel definire l’impresa di Fiume l’anticamera del fascismo.
ottimo libro. solo, l'impianto delle note appesantisce la lettura, ma più che altro le note risultano spesso inutili. le note risultano inutili perché i numeri in apice rimandano alle note a fine libro, ma queste note sono quasi sempre rimandi bibliografici che si ripetono. sarebbe stato più utile scrivere le poche vere note a fondo pagina, e lasciare a fondo libro una sezione per una dettagliata bibliografia. si sarebbe facilitata così la lettura di questo libro, lodevole per raccontare un pezzo di storia spesso strumentalizzato
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore