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L'evoluzione biologica fondamentalmente funziona così, più o meno: da una parte ci sono le mutazioni casuali che appaiono negli individui, dall'altra c'è la selezione naturale che fa da setaccio selezionando (appunto) i caratteri che si adattano alle nuove situazioni. Ecco, è questo secondo punto che è difficie da capire, e ancor meglio (anche se in modo più "pedagogico") che ne l'Orologiaio cieco, Dawkins spiega come gli organismi possano arrivare a vette di complessità (i monti improbabili) in modo plausibile. Molti dicono di trovare difficile immaginare come la mutazione casuale e la selezione naturale siano da soli i mezzi dell'evoluzione, ma la nostra immaginazione non è il metro con la quale possiamo dire cosa sia o non sia possibile... In particolare Dawkins affronta nel cap. 5 l'argomento più controverso e usato dai "neo" creazionisti per dire che l'evoluzione non esiste, cioé il dilemma sulla complessità dell'occhio. Il "segreto" è questo: si parte sempre dal semplice per arrivare al complesso, e sempre in piccoli passi discreti, con l'aiuto della selezione naturale che può selezionare positivamente certi caratteri. Se questi caratteri sono poi cumulativi, cioé si aggiungono ai vecchi e si conservano, allora è più facile "immaginare" come l'occhio si sia evoluto. D'altronde, un occhio che funziona al 99 % è meglio di niente, no? E un occhio che funziona al 98%? Peggio rispetto al 99%, ma ancora meglio di niente... così via. Gli occhi non devono essere perfetti (e infatti non lo sono per niente) ma servire allo scopo, siano le api, molluschi, cefalopodi o umani. Io sono miope, se un giorno mi troverò senza lentine davanti a un fosso ringrazierò i miei occhi all'80% piuttosto che non avere malauguratamente la vista (e in Italia i non vedenti sanno benissimo cosa significa questo). Un altro capitolo che ho trovato eccezionale è l'ultimo, "un giardino chiuso", un capolavoro divulgativo su un argomento molto complesso, ma vi lascio la sorpresa di scoprirlo...
Un buon libro che, prendendo in esame alcune costruzioni della natura (le ragnatele, le conchiglie, gli occhi) presenta come l'evoluzione abbia potuto creare tali meraviglie. Sarebbe stato meglio includere un CD con il programma di modellazione matemeatica che viene usato in diverse parti del libro. Manca un po' di scorrevolezza in certi punti, come spesso accade ai saggi.
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