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«“Potete sedervi...”.
«“No, grazie!” disse la donna che, tra i due, era decisamente la più nervosa: “Sarà una cosa rapida...”.
«Maigret poteva vederla in faccia, illuminata dalla luce violenta di una lampada. Non ebbe bisogno di osservarla a lungo per classificarla. Del resto, gli era bastata la foto, benché si vedesse solo il busto...
«Una bella ragazza, nell’accezione popolare del termine. Una ragazza dalle forme appetitose, con denti sani, un sorriso allettante e lo sguardo sempre acceso.
«Più esattamente una bella troietta, provocante, avida di piaceri, sempre pronta a dare scandalo o a scoppiare a ridere in modo sguaiato».
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E' un "giallo"?No,è un romanzo.
Non è certo tra i migliori Maigret degli anni Trenta e direi che si legge tanto per conoscere anche le inchieste del nostro amato commissario meno riuscite. Insomma, questa volta la bulimia del lettore si incontra con la bulimia del Simenon scrittore...
L'attracco nel porto di Fécamp del peschereccio Ocèan, dopo tre mesi trascorsi al largo dell'isola di Terranova, prelude al ritrovamento del cadavere del capitano della nave Fallut. Toccherà al commissario Maigret indagare sugli strani incidenti che hanno avuto luogo a bordo della nave e che potrebbero svelare il movente dell'omicidio dell'irreprensibile ufficiale. Sarà la perquisizione proprio della cabina di Fallut a svelare a Maigret un tormento lacerante che ha portato l'uomo alla follia. Il commissario si ritroverà stretto tra due donne, la seducente Adéle e la tenace Marie, e nonostante la reticenza dei marinai del posto, ricostruirà il corso degli eventi che hanno innescato la tragedia. Un dramma di gelosia ed ossessione, nel quale una piccola e sudicia cabina diventa per tre uomini un oasi di piacere e possesso e contemporaneamente l'anticamera dell'inferno. Un indagine davvero interessante gestita con maestria dal grande Simenon.
Recensioni
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scheda di Bertini, M., L'Indice 1998, n. 6
Le brevi note editoriali che presentano questi due romanzi ci raccontano che furono scritti entrambi, tra il 1930 e il 1931, sull'"Ostrogoth", il battello che il romanziere si era fatto costruire in Bretagna e su cui visse per quasi due anni, percorrendo la Francia e giungendo sino in Germania e in Olanda. Simenon attinse dunque alla propria esperienza quotidiana di navigazione per costruire queste due vicende di "vita di bordo". La prima è ambientata sui canali del centro della Francia, dove chiatte e imbarcazioni da diporto sostano insieme davanti alle chiuse; la seconda tra i pescatori di merluzzi che da Quimper, in Bretagna, si spingono sino a Terranova. Due romanzi gemelli, in un certo senso, in cui Maigret, lontano dal Quai des Orfèvres e dalla birreria Dauphine, respira a fondo odori nuovi e misteriosi per fondersi empaticamente con un ambiente che gli è estraneo, e di cui deve impadronirsi con la sua silenziosa e infallibile capacità di immedesimazione. Nel "Cavallante della "Providence"", tra le bettole e le stalle che fiancheggiano i canali, l'odore che domina è sempre lo stesso: "coloniali, vino scadente, catrame, stallatico". Come conciliarlo con gli orecchini di perle e le scarpe di camoscio bianco della signora assassinata che incongruamente compare un mattino? Sui battelli di Quimper aleggia invece il tanfo di una partita di merluzzo avariato, legata a un viaggio maledetto su cui tutti pensano incombesse il malocchio... Apparentemente tardo, pesante, tranquillo come sempre, Maigret farà luce su entrambi i casi.
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