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Ho letto praticamente quasi tutti i libri in commercio su Alessandro Magno e mai mi è capitato di leggere un opera indecente come questa. Il "buon" Bosworth in questo libro, non si sa perchè, scrive la biografia di un personaggio che odia. Avrebbe potuto impiegare il proprio tempo scrivendo qualche opera su un altra figura storica di rilievo oppure dedicarsi ai propri hobbies e non scrivere affato ma invece preferisce massacrare la più grande figura storica mai esistita così senza senso. Questo libro è diviso in due parti: la prima è la biografia vera e propria, la seconda è composta da note e integrazioni. Nel dettaglio: la prima parte è a dir poco irritante. Il professorone nella narrazione decide, dall'alto del suo nulla, quali fonti citare e quali scartare per ogni evento nella vita di Alessandro senza mai spiegarne il criterio (il)logico. La sua verità assoluta si basa principalmente sulla cosidetta vulgata ed in particolare Clitarco. Ignorando e, in alcuni casi, ridicolizzando le altre versioni, Arriano su tutti. Ogni vittoria, ogni decisione meritevole, ogni successo è sempre merito di qualcun altro o della fortuna, mentre ogni evento negativo sempre e solo colpa di Alessandro. La seconda parte del libro è senza dubbio la cosa più frustrante e pallosa che abbia mai letto in vita mia. Ricca di interessantissime perle, su tutte: le trenta e passa pagine sull'amministrazione di Atene da parte di Licurgo, appassionenti come le trascrizioni di una riunione di condominio. Davvero geniale la scelta di separare dalla biografia molti eventi per metterli come note a parte. Tutto a favore del povero e stremato lettore sballotolato da un tema all'altro, avanti e indietro nel tempo. Così tanto per complicare le cose. Potrei continuare per ore nell' elencare gli orrori e le buffonate presenti in questo supplizio ma ho già dedicato troppo tempo a questo aborto di libro. In conclusione, per chi non l'avesse capito, sconsiglio a tutti la lettura di questo obbrobrio.
Non capisco il giudizio negativo di Francesca, che dichiara che è meglio leggere Arriano e la sua "Anabasi di Alessandro". Guardate che Bosworth ha pubblicato un libro su Arriano e in appendice riporta i primi due libri di Arriano. Piuttosto c'è da dire che Arriano è ingenuo perché si fida ciecamente sull'opera di Tolomeo I Soter giustificandosi scrivendo che per un re sarebbe stato vergognoso mentire.
Bosworth conferma la sua assoluta parzialità nei confronti di Alessandro, mettendo il lettore nell'assoluta impossibilità di discriminare tra le fonti di informazione. Sceglie ciò che conferma la sua immagine di Alessandro simbolo per tutte le epoche della monarchia assoluta. Si fonda prevalentemente sulla cosiddetta "vulgata", dando la parte prevalente a Clitarco e giustificandosi dichiarnado che Clitarco "tende chiaramente alla... cronaca relativamente sobria", dimenticandosi di accennare come, ad esempio, Cicerone, Quintilliano o lo stesso Curzio (e se lo dice lui...) lo giudicassero notoriamente inattendibile. Bosworth non si interessa particolarmente all'Alessandro uomo di stato, concentrandosi sui suoi metodi di conquista e governo. La cronaca militare è confusa per l'assenza dei piani di battaglia. Rifiuta, non si capisce perchè, la versione di Arriano ad esempio sulla battaglia di Isso. Avanza il suo giudizio militare contro quello di Alessandro dichiarnado che si trattò di marchiano errore quello di smantellare la flotta e considerando "strategicamente inutile" l'assedio di Tiro. Non coglie la grandezza del piano di Alessandro di sconfiggere la flotta persiana via terra. Grande tra i grandi generali Alessandro ben sapeva di avere pochissime possibilità di poter sconfiggere la flotta persiana via mare, non disponendo del pieno appoggio ateniese. In generale una biografia deludente da uno storico troppo esaltato. Mio consiglio è, se volete avere una visione più approfondita e imparziale di Alessandro, di leggere l'opera di Robin Lane Fox, oltre che all'Anabasi di Arriano.
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