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I desideri più nascosti, le ossessioni che albergano nell’intimo di ogni essere umano possono esplodere all’improvviso in forme e contenuti del tutto inaspettati. Nella realtà ci capita di vedere fatti di cronaca di una violenza inaudita, ma se si tratta di scrivere in proposito, ricorrendo alla creatività, nessuno meglio di Giovanni Buzi ne è capace. Autore eclettico, a volte anche eccessivo, in questi sei racconti ha trovato il giusto equilibrio per proporci altrettante storie di ordinaria follia che sconfinano nel soprannaturale. E quando si va oltre il limite della percezione umana, Buzi è un maestro nell’inventare trame, forse di per sé non particolarmente originali, ma privilegiate, per non dire rese uniche, da uno stile del tutto inconfondibile che attrae inevitabilmente il lettore. Così è tutto un susseguirsi di visioni oniriche, di quadri surreali, al cui risalto non poco concorre anche l’indole artistica dell’autore per la pittura. Un tocco di pennello qua, uno là, e i colori, sempre particolari, concorrono a formare un caleidoscopio di immagini di rara efficacia. Al riguardo, penso bastino due esempi: “ Sfumatura rosa arancio su tessuto bianco. Lino tanto sottile da sembrare impalpabile, quasi uno scherzo della luce.” (da “ Suor Maria Degli Angeli”) “ Verde, il colore del mantello e del cappuccio era verde muschio, come quegli occhi.” (da “Sotterranei”). Ecco, in entrambi i casi, chi legge vede immediatamente e faccio notare che la descrizione non è per nulla laboriosa e si ammanta di un’aureola di poesia; in fin dei conti avrebbe potuto dire solo che gli occhi erano verdi, e invece l’indicazione degli abiti identici nel colore agli occhi configura meglio il soggetto, è un’immagine che si forma nella mente e che vi si imprime. Per quanto i generi dei racconti non siano simili, restano pervasi dallo stesso alone di mistero che finisce con il legare indissolubilmente le pagine con la naturale, spontanea curiosità del lettore.
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