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dalla sezione "I seni di Afrodite" una delle poesie che più mi preme che siano lette, una di quelle in cui mi riconosco maggiormente. Il Corpo Magnifico Io sono i tuoi seni, eccitanti narcisi, i tuoi seni-crisantemi, la tua vagina che è oro e argento. Sale su me, è me. Sono te, sei me. I capelli sono un brivido, caldi nel deserto delle gambe, nelle cosce-conchiglie, nel prato che hai nelle mani. Le tue mani. Io sono le tue mani. Un giorno cresceranno forti come ghiacciai, eterne come la luna e le stagioni fertili. Sei tu, sei tu, accesa di buio, di buio notturno una stella che non c’è un tesoro da scoprire. La gemma magica è l’occhio che scruta le anime di me e te le anime senza fine del nostro piacere, del nostro dio.
"Airone nella conchiglia" è un libro importante. Profondamente barocco e surreale, è un libro innamorato del corpo femminile, lo ama in tutte le sue forme e con tutti i suoi antichi nomi di donna. L'autore non scrive qualcosa che concerne l'eros, ma indossa egli stesso l'elmo di Eros, per assomigliare al supremo dio dell'erotismo e per amare il corpo di donna solamente come un dio può fare, paradossalmente, con devozione. Romano non vuole parlare di erotismo, egli lo disegna, lo suona, lo dipinge, lo scolpisce. Senza pudore e senza vergogna, così come dovrebbe essere l'appassionato sacrificio della donna, immolata sulla pietra bianca del corpo maschile, immolata tra l'uomo e il cielo crepuscolare, immolata solo per rinascere. Leggendo le poesie di Romano, quasi ci sembra di poter accarezzare i seni screziati, le labbra cesellate, le linee d'ambra e argento dell'amata. Ottimo esordio, a parer mio. E soprattutto, esordio onesto, sincero, di una forza più simile ad una tempesta di piombo, che a un semplice libro di poesie.
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