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Il solito, ottimo Varesi con i suoi thriller alla Maigret (guarda caso Simenon ha scritto un “Maigret e l’affittacamere”..) Questa volta con una trama più articolata ed intrigante rispetto ad altri casi del Commissario Soneri, impreziosita da un velo di malinconia tanto struggente quanto affascinante. Forse il finale meritava qualche pagina in più…
Ho letto L’AFFITTACAMERE, e dopo poche pagine ho provato un senso di tristezza, dopo molte pagine ho provato malinconia e alla fine mi sono pure commossa. Il libro è un thriller-noir, imperniato sulle vicende personali e lavorative del Commissario Soneri, è il primo libro in assoluto che leggo di Varesi e della saga di Soneri e perciò penso che la mia idea sia poco completa, non avendo letto i libri in sequenza e essendomi persa un po’ nella discussione del forum. Appunto per questo mi sono ritrovata una fidanzata, Angela, che appare e scompare nel libro e che mi risulta all’impatto molto simpatica e degna di nota, ma che (per colpa mia, non avendo letto i libri precedenti) me la sono trovata già lì senza conoscere le premesse. Dopo tutte queste precisazioni vorrei APPUNTO precisare due cose: LO STILE mi è piaciuto moltissimo. Poche volte mi è capitato di rileggere le frasi e di sottolinearle, poche volte ho pensato che certe considerazioni sono vere e proprie perle di saggezza. E’ davvero una scrittura mirabile proprio per la sua complessità resa semplice nella descrizione e nell’impatto verso il lettore; mi sono ritrovata a Parma alla vigilia di Natale, e non è semplice fare sentire al lettore la stessa atmosfera, anche perché il lettore (io) stava prendendo il sole in terrazza. Il Commissario Soneri mi piace, proprio per il suo modo di porsi e per la sua aria burbera ma in fondo uomo onesto e buono. LA VICENDA in se mi è piaciuta meno, probabilmente non posso dire dove non è entrata in sintonia con me o dove (per me) ha peccato in qualcosa. La descrizione dei vari personaggi è stata accurata solo fino ad un certo punto e con intermittenze non sempre facili da seguire. Forse i vari protagonisti mi sembravano sempre uguali, sempre così disillusi e davvero freddi nel rivolgersi al futuro e alla speranza. Il messaggio è chiaro e Varesi scrive davvero con perizia, è l’amarezza di fondo con la nebbia che l’accompagna che non mi piace troppo.
L'AFFITTACAMERE è uno dei romanzi più belli che ho letto dall’inizio dell’anno, un libro pieno, completo, in grado di soddisfare anche i palati più raffinati grazie ad ogni elemento che lo contraddistingue: la prosa di Varesi, come più volte sottolineato, è elegante ma semplice, incisiva ed efficace, capace di tratteggi poetici, sensibile e profonda nell’evidenziare l’emotività dei personaggi, cinica e realistica quando sfida la società odierna evidenziandone i contrasti e i compromessi a cui deve scendere per mantenere la sua patina di perbenismo, malinconica ma senza pietismo nel scoperchiare un passato immancabilmente colluso con il presente, empatica e figurativa nel rendere le atmosfere dentro cui la trama si sposta. In poche parole, perfetta per quello che racconta. L’abito poliziesco di cui si veste la storia è un cappotto comodo e accogliente, un capo vistoso e griffato sotto cui si celano le parti più interessanti e che danno le maggiori soddisfazioni di lettura: sottovesti aderenti che nascondono la parte più vulnerabile della struttura, l’ultimo baluardo di cui si spoglia l’anima del protagonista per mettere a nudo la sua sensibilità e i suoi conflitti interiori. Tra i meandri di una città tratteggiata intimamente ma senza retorica, in cui la lotta armata e gli ideali che l’alimentavano si sono lentamente accomodatati sulle poltrone degli intrallazzi politici e istituzionali, dentro una Parma vissuta di notte, in mezzo ai suoi vicoli e alla sua nebbia, il romanzo di Varesi offre lucidi spunti di denuncia sociale, vita quotidiana e profonde riflessioni; l'autore, dalla penna sempre elegante e intelligente, usa i suoi occhi per osservare un presente che cambia alla velocità della luce, fagocitando nel suo ritmo incessante ogni ricordo e ogni piacevole nostalgia del tempo passato. Di buon livello è anche la parte mistery,ben articolata e coerente, ottimo espediente narrativo per affondare il coltello in una realtà dalla patina luccicante ma che contiene al suo interno i tratti distintivi della società.
Recensioni
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