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La protagonista di questo romanzo è una donna angosciata e disillusa,distrutta dalla fine di un amore che in realtà si era immaginata,con un marito che viveva alle sue spalle,la disprezzava e sfruttava e che l'ha portata ad avere una visione negativa della vita.Un romanzo interessante, anche se dai toni esasperati.
Cronache da un divorzio, autobiografico e con molte considerazioni con il 'senno di poi'. Un amore finito che forse 'Amore' non è stato mai. Difficile provare simpatia per uno dei due coniugi, entrambi inadatti alla monogamia e al sacrificio. Uno scritto di parte, voce solista quella dell'autrice, ma comunque coinvolgente.
Il libro, autobiografico, descrive il divorzio in modo crudo, mettendo in evidenza "tutta la barbarie che gli individui riescono a esprimere in queste situazioni". La scoperta di un tradimento, lo spionaggio domestico, la violenza verbale , la sofferenza e la delusione di un matrimonio allo sfascio che apre una vera e propria "Guerra dei Roses", senza esclusione di colpi. Alla fine nessuno vince, come è ovvio che sia, e quello che rimane sono macerie, in cui nemmeno i ricordi felici o i momenti belli trascorsi insieme si salvano perché tutto è stato lordato, sciupato, avvelenato dal sospetto e dal disamore. E niente e nessuno è come appare: tutti mostrano il loro lato peggiore. La penna di Eliette Abecassis è pungente e tagliente come un bisturi con cui disseziona un divorzio, o, meglio sarebbe dire, un matrimonio, come fosse un cadavere: senza partecipazione, pietà o affetto. Storia di ordinaria follia.
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