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Due sono i piani di discussioni proposti da Alessandro Borgomainerio a introduzione di quindici scritti brevi di Adolf Loos. Il primo è costruito attorno a una costellazione di nozioni (architettura, tradizione, modernità e civilizzazione sono le principali). Il secondo, attorno alla progettazione dello spazio abitativo. A partire da entrambi, l'introduzione offre al letture alcuni quesiti cruciali per intendere l'opera di Loos: dove si radicano le suggestioni che arrivano da Simmel? quali i termini del rapporto contrastato con la Secessione? quali le condizioni per una riforma della cultura austriaca? come si ridisegna il rapporto tra l'individuo e gli oggetti del quotidiano? come interviene in questo rapporto il movimento del consumo di massa? Una sorta di canovaccio che aiuta a collocare i principali nodi interpretativi sollevati dalle pagine che seguono: la polemica sull'abbellimento; i confini della propria disciplina e la necessità di varcarli; la distinzione arte-architettura; l'essenza del moderno in architettura. Nell'editoriale di una nuova rivista sottotitolata, con toni musiliani, "Periodico per l'introduzione della civiltà occidentale in Austria", Loos chiarisce questo punto con toni da parabola evangelica. Un abile maestro sellaio produce senza consapevolezza selle moderne. Ma, preso dal dubbio che queste veramente lo siano, chiede ad alcuni esperti quanto e se possano dirsi realmente tali. Gli autorevoli (quanto ottusi) professori della Sezession rispondono che no, poiché le selle del maestro sellaio sono irrimediabilmente prive di fantasia. Anche se la fantasia non produce selle, aggiunge Loos. Non produce oggetti utili, quanto ghirigori. Anche nella parabola di Loos, il concetto simmeliano di Lebensform (forma di vita) si pone come perno di un ragionamento sul mutare del ruolo sociale dell'architetto e sui rapporti tra cultura e società. Cristina Bianchetti
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